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Date loro i vaccini
di
Rossella Ahmad
L'attacco in grande stile alla Cisgiordania lo attendevamo da tempo.
Sapevamo che avrebbero messo mano molto presto al resto della Palestina occupata - mi correggo: a ciò che resta della Palestina occupata. Piccoli brandelli di un territorio che di fatto non esiste più. Hanno fretta di concludere. Vogliono terminare il lavoro adesso. È il momento giusto, per loro. Persa già qualsiasi parvenza di faccia, premono sull'acceleratore. Adesso o mai più. Siamo già mostri, tanto vale approfittarne.
Ho parenti ed amici fraterni in Cisgiordania. E la Cisgiordania non è Gaza. Qui le tecniche di annientamento sono più raffinate - per gli standard di autentici barbari, ovviamente. Si demolisce il territorio, lo si rende invivibile ed inospitale sicché sarai tu stesso, palestinese testardo, a decidere di mollare.
Mi chiedo quali siano le parole, le frasi di circostanza di coloro che "ma Hamas". Gradirei una bella analisi geopolitica da parte di costoro, sai le risate. Anzi, neanche me lo chiedo più.
Attualmente i social sono per me un assalto continuo di brutture e sconcezze, che si sommano ai continui colpi allo stomaco inferti a me stessa ogniqualvolta io pensi a Gaza. Dozzine di pugni ogni giorno.
Mi distraggo per un po' - giusto il tanto che basta ad un essere umano nelle circostanze attuali per non sentire la voglia di gettarsi dall'alto di una rupe - e tutto l'orrore del mondo mi cala addosso in maniera spietata, lasciandomi scoperta e vulnerabile persino alle parole di persone che, in un altro momento, avrei bypassato con grazia. Fottendomene, sostanzialmente.
E quindi, al dolore per Gaza ed i suoi figli, lasciati soli a contrastare il più abietto potere che umanità abbia mai conosciuto, all'angoscia per le notizie del tiro al piccione appena cominciato - in realtà mai finito - in Cisgiordania, si sommano le piccole brutture in cui incocci, che ti feriscono perché immotivate, ingiustificate ed inutili. Una cattiveria che ti viene spalmata addosso senza un perché.
A costoro, compreso ai troll sionisti che continuano a ronzarmi ossessivamente attorno, ricordo sempre che il fanatismo non è altro che un dubbio ipercompensato e ciò è tanto più evidente quanto più si mostrino i denti ringhiando.
La ragione non ha bisogno di isteriche emoticon ridanciane, né di offese random che qualificano solo chi le lanci e neanche di auguri di immane sofferenza da aggiungere semplicemente a quella di cui già ci nutriamo, come pane quotidiano.
La ragione è calma e logica. Non urla né inveisce. Non ha bisogno di like - utili solo per appagare un narcisismo che, Deo gratias, non mi appartiene - né di approvazioni di gregge. Sgorga e fluisce e non puoi arrestarla.
E dunque: parte dalla logica la considerazione che smettere di tirare bombe addosso ai bambini sia propedeutico a tutto il resto. Le immani cazzate lette in questi giorni restano appunto immani cazzate.
Maestà, il popolo ha fame e non c'è pane. Date loro le brioches
Maestà, il popolo vuole vivere, ma gli tirano le bombe. Date loro i vaccini.
Come dire che agli internati di Auschwitz servisse l'antitetanica.
Tutta l'incapacità di decodificare la realtà in una sola frase ad effetto.
(Che strazio è diventata la vita, signora mia)
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