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24 agosto 2024
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I democratici che vorrebbero un cambiamento non sanno dove fuggire
di Paolo Mossetti

Un sondaggio di un mese fa che può spiegare, in parte, i contorcimenti del Partito democratico statunitense sul tema Israele-Palestina.

Da un lato esiste una quota sempre più crescente, sempre più saliente di elettori Dem che considera la proteste dei campus giuste, sebbene abbia paura degli eccessi a causa della rappresentazione mediatica negativa.

Ci sono 7 statunitensi su 10 che considerano la questione importante. È "solo" al 14° posto delle priorità nazionali dopo Cina e aborto? Andatevi a riguardare le rilevazioni degli anni scorsi, quando la questione interessava solo una minoranza misera.

Dall'altro lato, però, in un clima di scontro di civiltà, c'è un Partito repubblicano mai così anti-arabo e anti-musulmano. Schierato con Netanyahu molto più spietatamente che ai tempi di George W. Bush.

La differenza a mio avviso più importante rispetto a 10 anni fa (confrontando con inchiesta di voxdotcom del 2014): gli statunitensi che seguono il conflitto “molto da vicino”, usando le nuove piattaforme social, adesso sono in maggioranza dalla parte dei palestinesi. Negli anni scorsi, gli americani più istruiti tendevano a sostenere sproporzionatamente Israele. E formavano un blocco cruciale pro-Israele insieme agli anziani, ai protestanti/evangelici e ai redditi più alti.

Oggi, la classe dirigente del futuro la pensa diversamente. Pesa anche il fattore religioso (terza immagine): ci sono sempre meno credenti in America, e secondo gli ultimi sondaggi i meno credenti sostengono sempre meno le ragioni israeliane.

Il risultato principale è che Israele sembra essere in una posizione ancora molto forte con l'opinione pubblica statunitense nel breve termine soprattutto perché l'alternativa al conformismo del Partito democratico è un trumpismo mai così anti-arabo e anti-musulmano (forse ancora più di quanto sia pro-Israele).

L'elettorato democratico che vorrebbe un cambiamento dello status quo non ha un'alternativa dove fuggire. Le scelte della convention democratica dei giorni scorsi stanno lì a dimostrarlo.

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