La bugia degli scudi umani
di Alessandro Ferretti

Una delle bugie più orrende e inumane abitualmente usate per giustificare il massacro di civili palestinesi è quella degli scudi umani. Secondo questa storia, Israele farebbe molte vittime civili perché i militanti di Hamas obbligherebbero i loro compatrioti palestinesi a stare intorno a loro, in modo da proteggersi dagli attacchi israeliani.

La storia è ovviamente del tutto priva di senso, per molti motivi: primo tra tutti, l’assassinio di decine di migliaia di donne e bambini dimostra che Israele non si pone alcuna remora ad ammazzare questi presunti scudi, che quindi non offrono la seppur minima protezione da alcunché.

Ma c’è un’altra ragione, anch’essa clamorosamente evidente, che dimostra la totale assurdità della teoria degli scudi umani. Sappiamo che nel nord di Gaza (la cui totale conquista militare a scopo di occupazione permanente è obiettivo minimo dei genocidari), nonostante infinite stragi, mancanza di cibo, acqua, assistenza medica, riparo e nonostante ripetuti ordini di evacuazione verso la metà meridionale della Striscia, continuano a vivere circa 250.000 palestinesi.

Queste persone sono state definite in blocco come scudi umani, e quindi (stando alla narrativa israeliana) sono persone obbligate contro la loro volontà da Hamas a restare in una zona in condizioni del tutto impossibili, sostanzialmente ad aspettare di venire ammazzati a loro volta.

Sappiamo però anche che gli stessi israeliani, già a gennaio, hanno annunciato di aver smantellato tutti i battaglioni di Hamas schierati nel nord della Striscia, pressoché azzerando le loro strutture di comando e le loro capacità militari.

Quindi, se vogliamo credere alla narrativa degli scudi umani, dobbiamo anche credere che i pochi militanti residui di Hamas al nord siano in grado, nonostante la continua presenza e sorveglianza aerea da parte di droni armati che pattugliano incessantemente il territorio alla loro ricerca, di impedire continuativamente e capillarmente a ben 250.000 civili esposti ad ogni tipo di violenza concepibile (e quindi, in linea di principio, assolutamente motivati ad evacuare verso il sud anche a rischio della vita) di fuggire da quello che è a tutti gli effetti un campo di sterminio.

Qualunque persona che abbia letto anche solo qualche pagina di storia sa che una così grande massa di persone che non ha nulla da perdere è sostanzialmente inarrestabile, tanto più da una forza che non può mettere il naso all’aperto senza essere immediatamente assalita e uccisa con le più moderne armi disponibili al mondo.

Eppure, nessun tentativo di fuga di massa dalle zone del nord è stato mai registrato. Anzi: ancora oggi i palestinesi che sono evacuati a sud nei primi mesi del massacro cercano di rientrare a nord, e il divieto di rientro a nord è uno dei punti cruciali richiesti da Israele nelle trattative per un accordo.

La realtà è quindi un’altra: i 250.000 che ancora restano al nord della Striscia non sono scudi umani ma sono civili che restano nella Striscia di loro volontà, per vari motivi: non possono spostarsi, non vogliono lasciare la loro terra consapevoli che la perderebbero per sempre, sanno che Israele bombarda e uccide anche nelle zone “sicure” etc.

Non esistono quindi giustificazioni di alcun tipo per l’impressionante quantità di violenza riversata su queste famiglie. I civili non vengono ammazzati in quanto ucciderli in massa è l’unico modo per “distruggere Hamas” e quindi liberarli dall’oppressione, ma perchè sono proprio loro l’obiettivo dell’operazione militare.

Quella che si perpetra da quasi undici mesi non è una guerra contro Hamas, ma un’operazione di sterminio e pulizia etnica di un popolo per impossessarsi della sua terra.

Chi insiste nel propalare la balla degli scudi umani è pienamente complice di questo orrore.

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