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20 agosto 2024
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Libano: UNIFIL è una missione di pace?
di Ahmad M. Shakakini

Ieri, i media libanesi avevano riportato la notizia del ferimento di un casco blu dell'UNIFIL in seguito a un raid israeliano in Libano.

Il comunicato dell'UNIFIL ieri sull'accaduto non osa nominare Israele anche se bombarda i suoi membri: "Questa mattina, tre peacekeeper in pattuglia sono rimasti leggermente feriti quando un'esplosione è avvenuta nei pressi del loro veicolo ONU, chiaramente segnalato, nei pressi di Yarine, nel Libano meridionale. Tutti i peacekeeper in pattuglia sono tornati sani e salvi alla loro base."

Il comunicato dell'UNIFIL sottolinea invece il proprio essere peacekeeper e missione di pace quando si tratta di un'altra missione USA e NATO come quelle nelle altri parti del mondo.

L'UNIFIL è stato fin dall'inizio (1978) un progetto israeliano in Libano. Divenne la forza di supporto del collaborazionista Esercito del Libano Meridionale. All'UNIFIL non importava nulla della sicurezza del Libano. I paesi della NATO non riconoscono il diritto degli arabi alla sicurezza: questo è un diritto esclusivo dello Stato ebraico.

Le forze dell'UNIFIL sono arrivate nel sud del Libano nel marzo 1978. Solo poche settimane dopo, due partigiani libanesi mentre stavano andando a compiere un'operazione contro le forze di occupazione israeliane.

Un altro compito dell'UNIFIL, oltre a garantire la sicurezza di Israele, è quello di proteggere le coste europee dagli immigrati che pattuglia le coste libanese 24 ore su 24.

Durante l'aggressione israeliana del 1996, i libanesi di Cana (dove Gesù ha trasformato l'acqua in vino) si sono rifugiati in uno dei centri UNIFIL, pensando di essere al sicuro sotto la protezione delle Nazioni Unite, e il massimo che UNIFIL ha fatto per queste persone innocenti è stato raccogliere i loro resti dopo che erano stati fatti a pezzi dai bombardamento israeliano con missili ad alta precisione, 102 vittime.

L’UNIFIL non ha mai rappresentato un ostacolo all’avanzata o all’invasione del Libano da parte di Israele nel 1982 e alle aggressioni e le stragi israeliane contro i libanesi del sud nel 1996, al contrario, la missione di questa forza straniera era quella di fornire informazioni di intelligence al regime sionista sulla presenza e sul movimento di qualsiasi forza anti-israeliana.

Nel settembre 2023, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha rinnovato per un anno la missione dell’UNIFIL, raccomandando ad Israele di ritirare le sue truppe dalla località a nord della linea blu, la demarcazione del cessate il fuoco del 2006. Non sono state accettate le richieste di Beirut di un preventivo coordinamento tra i Caschi Blu e l’esercito libanese. La delegata libanese all’ONU ha contestato il trattamento subito dal suo paese, come se fosse sottoposto all’articolo 7 della Carta dell’ONU (intervento militare internazionale).

I caschi blu infatti sono dislocati soltanto nel territorio libanese e non dalle due parti del confine. La risoluzione, proposta dalla Francia (che ha il compito di seguire il Libano per conto degli USA e della NATO), è stata votata da 13 membri con l’astensione di Russia e Cina.

L'obbiettivo della NATO e di Israele è quello di ampliare i compiti dell’UNIFIL creando una fascia di sicurezza da essa controllata nel territorio libanese e spingendo Hezbollah al nord. La NATO tratta il più grande partito libanese come un essere separato ed estraneo rispetto alla popolazione del sud del Libano, proprio come ha trattato l'OLP, con la differenza che il partito di Hezbullah è figlio, è costituito, sostenuto e votato dalla popolazione libanese del Sud.

La relativa stabilità del sud del Libano precedente al 7 ottobre non ha nulla a che fare con l'UNIFIL. In effetti, l'UNIFIL, appendice dell'occupazione israeliana, ma il popolo del Libano meridionale dopo aver liberato la propria terra dagli occupanti israeliani nel 2000, aveva sconfitto ed umiliati gli israeliani durante la guerra del 2006.

E da allora e fino al 7 ottobre Israele che bombardava quando vuole ovunque (in Gaza in Siria in Egitto in Tunisia in Sudan) non ha più osato bombardare in Libano. È stata proprio la resistenza libanese ad aprire le ostilità l'8 ottobre scorso a sostegno della resistenza palestinese a Gaza chiedendo il cessate il fuoco e la fine della guerra genocida israeliana contro il popolo palestinese.

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