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A Gaza si muore in molti modi
di
Rosa Rinaldi
Ormai a Gaza la vita è una variabile sottilissima, che dipende solo dalla fortuna.
Un'intera famiglia di 15 persone è stata sterminata in un raid mirato.
Un povero cavallo è stramazzato al suolo colpito dai proiettile di cecchini, forse per gioco, forse per eliminare un mezzo di trasporto per Palestinesi. E questo è solo ciò che appare sui social, un tassello piccolo di un puzzle infernale.
E nella piena catastrofe si aggiungono catastrofi, come il rischio di epidemia da poliomielite, che da Gaza era sparita più di 25 anni fa.
ONU ed associazioni umanitarie chiedono una tregua per permettere la vaccinazione di migliaia di bambini.
E cosa risponde il Paese più morale del mondo? NEIN.
Questi famigerati colloqui che ogni giorno sembrano vicini ad una svolta, in realtà ne sono lontanissimi, visto che le trattative sono lasciate al Mossad e ai servizi segreti, quelli che finora avrebbero dichiarato che ci vorrebbe una atomica su Gaza.
Eppure sarebbe arrivato l'ora per un cessate il fuoco immediato, per il ritiro delle truppe israeliane, per il ritorno dei profughi e il rilascio degli ostaggi israeliani e palestinesi (migliaia), nonché per ricostruzione di Gaza.
E, in un mondo giusto, si procederebbe anche all'arresto dei coloni e all'istituzione di una nuova Norimberga per i criminali di guerra.
E invece, in questa orribile litania della morte, la Cisgiordania è terra di conquista feroce e tribale e a Gaza si continua a chiedere agli sfollati di sfollare ancora, non si capisce più dove e come.
Eccolo, il "volto buono del sionismo", che tanti millantano da anni.
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