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Non puoi parlare di Gaza, altrimenti stai facendo politica
di
Alessandro Ferretti
Caitlin Johnstone, giornalista australiana:
"È ripugnante che Gaza venga inquadrata come una questione "politica". Se tu girassi in un vicolo e vedessi un uomo che smembra un bambino, la tua reazione a ciò a cui stai assistendo sarebbe "politica"?
Siamo tutti testimoni di video di atrocità orribili ogni giorno; la nostra reazione a questi orrori non è affatto assimilabile alle nostre opinioni sulla riforma carceraria o sulla politica fiscale.
Questa idea che i professori non dovrebbero discutere di "politica" in classe in relazione a un genocidio in atto, o che si annulli il concerto di un pianista perché ha espresso "opinioni politiche" con la dedica di un pezzo ai giornalisti uccisi a Gaza (è davvero successo a Melbourne questa settimana, ndt), o che non dovremmo menzionare Gaza negli incontri in società perché significherebbe parlare di "politica" - questi sono sintomi di una civiltà che è diventata completamente pazza.
La nostra risposta viscerale a ciò a cui stiamo assistendo non è più "politica" di quanto lo sarebbe la nostra reazione alla vista di qualcuno che calpesta dei cuccioli.
Questa non è una di quelle cose "oh sì, beh, tu hai la tua opinione e io ho la mia e questo è fantastico". Gli esseri umani vengono massacrati a migliaia sotto gli occhi di tutto il mondo.
Non puoi ignorare il tutto etichettando le reazioni come "opinioni politiche"."
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