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Il tempo di Sinwar di
Ahmad M. Shakakini
Hamas che guida il Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese ha eletto il suo leader di Gaza Yahya Sinwar come suo nuovo leader e presidente nazionale che succede al presidente Ismail Haneyyeh ucciso in attentato terrorista israeliano a Tehran la settimana scorsa.
Il leader della Battaglia di Gaza Sinwar era già, almeno dal 7 ottobre, il vero leader di Hamas, con tutti gli onori al martire Haneyyah, ed era già il leader palestinese più popolare fra palestinesi e arabi. La scelta di Hamas è la più naturale, logica e facile.
Lo storico palestinese Walid Khalidi (che ha conosciuto i leader della resistenza palestinese da Haj Amin al-Husseini a Yasser Arafat) sosteneva già tre mesi che il nome di Sinwar sarà immortalato più di tutti i suoi nemici israeliani e contemporanei arabi, e che come leader guerrigliero occuperà una posizione unica e in prima linea, superando tutti i suoi predecessori nello stesso Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese. Khalidi aggiunge giustamente che nei calcoli delle guerre asimmetriche sarà collocato in una posizione adiacente al generale Giab. Dice anche di aver trascorso i suoi anni di prigionia pensando solo al destino della sua gente a Gaza
E il professore libanese statunitense Asad Abukhalil sosteneva già da mesi "che non c'è bisogno di aspettare i libri di storia: che Yahya Sinwar aveva già guadagnato una posizione di primo piano nella storia nazionale palestinese e nel movimento arabo antisionista. Ed era già diventato il primo simbolo della causa palestinese.
Sinwar aveva già rotto con una fase che non si ripeterà: la fase di Oslo che ha diviso il popolo palestinese. Sinwar oggi, è come erano i leader dell'OLP nel 1968 dopo la Battaglia di al-Karameh.
Sinwar è il prodotto di un nuova fase come nessun'altra: Ha vissuto la fase delle delusioni e delle sconfitte che hanno portato a Oslo. Si è formato politicamente mentre vedeva Bill Clinton emendare lo statuto dell'OLP, mentre vedeva i nemici storici del popolo scherzare con i leader dell'OLP e scambiare con loro informazioni sulle intenzioni e i piani della Resistenza, mentre lo slogan della fase era quello del "coordinamento della sicurezza" tra l'Autorità Palestinese fantoccio di Oslo e l'esercito e l'intelligence del nemico occupante."
Asad Abukhalil scriveva che "Sinwar e i suoi compagni hanno vissuto le uccisioni e le torture inflitte dall'Autorità di Ramallah ai militanti e ai combattenti della resistenza di Hamas, del Fronte Popolare e della Jihad Islamica. Sinwar capì che la priorità dell'agenda di Oslo era quella di proteggere l'occupazione israeliana dalla rabbia del popolo palestinese; che il finanziamento delll'Autotità Palestinese
(Occidente e del Golfo arabo) si basa su una serie di comportamenti e compiti che vengono affidati all'Autorità dall'occupazione sionista.
Sinwar non era l'unico a vivere nelle prigioni del nemico sionista. Molti sono passati attraverso le prigioni nemiche. Sinwar ha studiato l'ebraico in prigione ed ha praticato il boicottaggio degli israeliani anche in prigione. È un uomo d'acciaio con una dignità forte come una roccia.
Hamas dei tempi di al Sinwar non è più quello di prima. Nella sua cella pensava alle vie di salvezza del suo popolo. Ripulire i ranghi di Hamas e ripulire Gaza da informatori e spie. Tutti gli articoli su Sinwar in Occidente parlano della sua caccia alle spie e ai criminali a Gaza, per criticarlo mentre proprio per questo è stato apprezzato dal suo popolo e mentre proprio per questo è riuscito a proteggere la resistenza a Gaza dalle spie. È stato onorato dal suo popolo per aver inseguito e punito agenti, informatori e spie."
Nel suo articolo di maggio scorso, AbuKhalil scriveva che "Hamas con Sinwar si è allontanato dalla leadership del Qatar, e l'ascesa di Sinwar è stata il risultato della risoluzione del conflitto interno nel movimento tra due ali: un'ala che vuole legare il destino del movimento (e il destino della causa palestinese) al piano di Fratelli Musulmani-Turchia-Qatar nel mondo arabo, e un'ala più vicina all'Iran che fa della liberazione della Palestina una priorità insieme al ritorno alla lotta armata, ma in un modo nuovo e diverso dal passato. La lotta armata ai tempi di Sinwar non piazza più bombe nei ristoranti o nei mercati israeliani.
Sinwar studiò attentamente e meticolosamente il nemico israeliano e lesse su di lui. Questo fenomeno accomuna Nasrallah e Sinwar: entrambi gli uomini sono veri esperti di questioni israeliane.
I leader delle organizzazioni palestinesi dell'OLP non erano esperti di affari israeliani, erano più interessati a conoscere l'amministrazione USA .
Oggi giudichiamo Sinwar senza sapere molto di lui e della sua vita personale. Egli è un asceta che trascende le gioie della vita.
Impegnarsi nella resistenza palestinese in questo millennio non è più quello che era in passato: lo spionaggio elettronico offre al nemico maggiori opportunità e possibilità di monitorare e perseguire i leader della resistenza e ucciderli. Coloro che oggi si impegnano nella resistenza sanno che le loro possibilità di sopravvivenza siano inferiori al cinquanta per cento. I leader della resistenza di oggi sanno che un singolo errore nel programma o nel corso quotidiano permette al nemico di colpirli mortalmente."
Abukhali, professore di scienze politiche presso la California State University, prosegue scrivendo che "i sionisti dopo dieci mesi di violenta aggressione genocida contro Gaza non sono riusciti a colpire i leader della resistenza a Gaza. Perché il lavoro di Sinwar si basa su quanto segue:
- La completa segretezza nel reclutamento e nell'organizzazione. Non c'è bisogno di mettersi in mostra o vantarsi alla maniera dell'OLP. Non c'è bisogno di innalzare le bandiere dell'organizzazione su edifici residenziali e uffici. Non sono necessarie scrivanie. Il modo in cui è organizzato non permette a tutti i membri di conoscere il lavoro di altri.
Niente viaggi per Sinwar. Si accontenta di una vita clandestina per mantenere in vita la propria organizzazioni. Riuscire a mantenere la segretezza nel luogo più affollato del mondo (Gaza) richiede ingegno e astuzia, tanto più che il coordinamento di sicurezza non si è fermato un attimo durante la guerra di sterminio a Gaza.
- Enormi capacità di spionaggio. L'operazione "Diluvio di al-Aqsa", nella pianificazione e nella preparazione, è più abile della guerra di Israele nel 1967, anche se paragonabile ad essa nell'elemento sorpresa.
- L'attenzione totale dovrebbe essere rivolta al progetto di resistenza e al rifiuto di tutti i settarismi e particolarismi.
- Guidare stando in prima fila. Sinwar è stato un modello nel suo stile di vita e nel suo totale coinvolgimento nella resistenza da quando è stato liberato dalla prigionia.
- Un modo di parlare diretto e franco. Non ci sono canti vuoti e rivendicazioni eroiche.
- Questa volontà di ferro che non cede e non si indebolisce nonostante la guerra di sterminio che lo circonda. Le sue capacità negoziali lo dimostrarono. E' resistente sia in combattimento che in trattativa e non cede. In questo e in altri è davvero l'opposto di Yasser Arafat."
"Questo è il motivo - dice Abukhalil - per cui Israele lo teme e tutte le parti dell'asse del genocidio occidentale sono alleate contro di lui. Macron aveva proposto all'inizio della guerra la formazione di un fronte globale per eliminarlo. Ma è impossibile".
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