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Torture agghiaccianti e sistematiche, ma parlate del 7 ottobre... di
Alessandro Ferretti
Le spaventose testimonianze delle torture inflitte ai prigionieri palestinesi nel campo di detenzione di Sde Teiman erano purtroppo solo la punta dell’iceberg.
L’altro ieri B'Tselem, la nota associazione israeliana che si occupa da anni delle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, ha pubblicato un colossale rapporto sulle mostruose, agghiaccianti e _sistematiche_ torture fisiche e psicologiche inflitte a moltitudini di palestinesi innocenti non solo a Sde Teiman, ma in tutte le strutture del sistema carcerario della cosiddetta “più grande democrazia del Medio Oriente".
Il rapporto completo è di 118 pagine e dimostra in modo incontrovertibile come dopo il 7 ottobre il sistema carcerario israeliano sia stato trasformato in un network di autentici campi di tortura. Al suo interno troviamo le testimonianze di 55 vittime palestinesi di ogni età, sesso e condizione sequestrate dall’esercito di occupazione a Gaza, in Cisgiordania e pure dentro i confini israeliani, e sottoposte per giorni, settimane, mesi a trattamenti talmente aberranti che mancano le parole per definirli, il tutto mentre erano totalmente inermi nelle mani dei loro carcerieri.
Leggere più di qualche testimonianza è praticamente impossibile per qualsiasi persona che abbia anche solo un briciolo di umanità. Si tratta di orrore allo stato puro: la disumanizzazione delle vittime è totale tanto quanto la disumanità dei loro aguzzini. Nessun tipo di violenza viene precluso dagli aguzzini israeliani, incoraggiati dal ministro Ben-Gvir in persona e coperti da una sostanziale quanto criminale complicità del sistema giudiziario israeliano. Quella che viene alla luce è una vera e propria rete di fabbriche dell’orrore che lavora da mesi e mesi a pieno ritmo, notte e giorno, al cui confronto Abu Ghraib sembra quasi roba da dilettanti.
Già la lettura del solo executive summary dovrebbe bastare a qualsiasi essere che voglia definirsi umano per togliere qualunque dubbio sull’assoluta necessità di immediati e massicci interventi internazionali per fermare questi crimini indicibili. La privazione di cibo, acqua, sonno, cure mediche è moneta corrente, cui si aggiungono violenze fisiche, sessuali e psicologiche talmente varie ed efferate da dare il voltastomaco dopo pochissime pagine di lettura.
A coronare questo Grand Guignol del sadismo c’è un dato che lascia senza parole e che fa capire che anche questo rapporto è probabilmente solo la punta di un iceberg ancora più grosso. Praticamente tutte le vittime di queste torture sono tutte assolutamente innocenti: rilasciate dai loro stessi aguzzini senza alcuna incriminazione o processo.
Non ci vuole certo un genio per capire che vengono rilasciate le vittime delle torture più lievi, mentre quelle oggetto di torture ancora più spaventose vengano tenute prigioniere per evitare che raccontino quello che hanno subito.. per non parlare poi degli orrori che staranno subendo i prigionieri che realmente hanno fatto resistenza contro l’occupazione israeliana.
Sappiamo di almeno 66 persone ammazzate durante la prigionia, sappiamo che Israele non restituisce molti corpi per timore che le autopsie dimostrino i loro crimini, e sempre l’altro ieri Israele ha “consegnato” a Gaza un camion con i resti di OTTANTA palestinesi, senza la minima informazione su chi fossero, da dove venissero e sulle circostanze dei loro decessi, ammassati tutti insieme come fossero immondizia e sepolti in una fossa comune.
Cari colleghi dell’Università degli Studi di Torino, vi invito di cuore a leggere questo rapporto, da cima a fondo. Dopodiché, venite pure a spiegarmi nuovamente i motivi per cui il boicottaggio delle istituzioni universitarie israeliane non si deve fare, che tanto non serve, che le colpe stanno da entrambe le parti, che gli atenei israeliani (che non hanno mai profferito neanche mezza parola su queste allucinanti atrocità) sono un luogo pieno di giovani entusiasti e il cuore pulsante di una (pressoché inesistente) opposizione interna a questi orrori.
Venite pure a ripetermi che bisogna prima di tutto parlare del sette ottobre, e che il problema per voi più pressante sono le cattive maniere degl* student* che protestano contro l’orrore più puro inflitto su milioni di persone innocenti con la complicità dell’intero Occidente.
Non vedo l’ora di essere rincuorato da voi sul fatto che _non_ fare assolutamente niente di concreto per manifestare dissenso e opporsi alle azioni disumane di uno stato nostro alleato e amico, che infligge con il nostro complice silenzio questi orrori su esseri umani innocenti che vivono da decenni in regime di apartheid, sia proprio la più cosa giusta e umana da fare.
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