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400 giorni da Gradaz
di
Rinaldo Battaglia *
“La violenza italiana si manifestò da una parte nelle ruberie dei soldati, che le popolazioni occupate finirono per indicare come ’rubagalline’ e dall’altra nella ferocia dei ‘rubagalline’
che sfogavano sulla popolazione civile la rabbia per le perdite subite.
Ma alla base di tutto non c’è stata tanto la forza, quanto la paura”.
Così scrisse Raoul Pupo sulle violenze dal 1° al 3 agosto 1942 sulla popolazione civile slava nella zona di Gradaz.
(ripreso anche in ‘Bono Taliano’ di Giacomo Scotti - pag. 200).
Ricordo che Raoul Pupo è un noto ed affermato storico, professore di Storia contemporanea all'Università di Trieste, esperto dell'Esodo giuliano-dalmata e del crimine delle foibe, segretario negli anni 80 della Democrazia Cristiana a Trieste. E’ stato membro delle commissioni miste storico-culturali ‘italo-croata’ e ‘italo-slovena’.
Il villaggio di Gradaz (Gradac o Grado, Dalmazia meridionale, ora Croazia) risultò distrutto dopo il passaggio degli uomini del Gen. Porzio Biroli, quello che insegnava di odiare totalmente gli slavi. Uomini, donne o bambini che fossero.
E i nostri soldati hanno subito bene imparato ed assorbito perfettamente alla lettera la lezione.
Poi arriverà il conto da pagare. Per le prime foibe basteranno neanche 400 giorni. E saranno altri crimini, altro sangue, altre atrocità.
Cambieranno solo le nazionalità delle vittime e dei carnefici, invertendone i ruoli.
Chi lo dice ora ai 'fanatici' del 10 febbraio? Quelli che vedono solo con l’occhio destro e non ammettono che esiste anche l’altro occhio per vedere meglio?
Per vedere meglio la luce del sole ed il buio della notte e soprattutto per capire quale sia la strada più giusta da percorrere per progredire in fretta ed umanità.
1 agosto 2024 - 82 anni dopo
* Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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