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Bambini decapitati da Hamas: propaganda persistente e potente di
Paolo Mossetti
In un intervento sul Corriere senza dubbio meritevole, per quanto, as usual, pieno di convenzionalità e luoghi comuni (Dobbiamo salvare i ragazzini dal mondo) Walter Veltroni cita i «quaranta (bambini) uccisi nel kibbutz di Kfar Aza».
Da dove ha preso Veltroni questo numero? È sempre spiacevole dover fare puntualizzazioni di questo tipo, e le atrocità compiute da Hamas sono ben note, ma come si può leggere negli innumerevoli report di Cnn, NYT e dell'Onu non sono mai esistite prove di 40 bambini uccisi a Kfar Aza.
Il sospetto è che l'ex fondatore del PD e ora scrittore e regista abbia attinto dal più celebre dei dettagli splatter inventati di sana pianta dai soldati dell'IDF e dai primi corrispondenti (filogovernativi) arrivati sui luoghi del 7 ottobre, che dissero di aver visto corpi di neonati decapitati uno dopo l'altro.
Un’affermazione amplificata dall’ufficio del primo ministro israeliano e - cosa ben più grave - ripresa il 13 ottobre da Joe Biden.
Diversi media anti-musulmani di estrema destra, come Nexta, fecero anche un numero preciso, poi ripreso dall'Ansa: 40 bambini decapitati.
Eppure già il 12 ottobre le autorità israeliane avevano fatto marcia indietro, dicendo di «non poter confermare» l'episodio, provocando le scuse pubbliche di diversi giornalisti, lasciato l'ufficio stampa di Biden in una situazione imbarazzante e amplificando i sospetti, nel pubblico più disamorato, che la macchina della menzogna si fosse messa in moto.
Quindi torniamo sempre allo stesso punto di nove mesi fa: Hamas ha attaccato con brutalità Kfar Aza, ma non ci sono state decapitazioni. Ha ucciso in modo barbaro dei civili e preso degli ostaggi, inclusi bambini.
Ma le bugie non fanno bene al giornalismo, e il fatto che una bugia così grossa possa essere ripetuta da Veltroni a distanza da nove mesi, come se non ci fossero state inchieste sul tema, come se Veltroni vivesse in una bolla, dà il segno della persistenza, e potenza, di un certo tipo di propaganda.
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