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Parigi 2024: il diritto di dire NO di
Roberto DB
Qualcuno può chiamarmi bacchettone, qualcuno potrà dire che sono un ateo finto, qualcuno che sono troppo ideologico per poter apprezzare l'estetica macroniana... ma, di fronte allo spettacolo noioso, blindato come in una città sotto assedio, scontato come un pride, superficiale nei suoi plagi di grandi opere musicali e figurative ridotte a fenomeni da baraccone, offensivo nei confronti della storia di una città che fu ed è quella dei giacobini, dell'enfantes marsigliesi, dell'utopia buonarrotiana, dei Comunardi, dei flaneur che ne percorrevano le vie solitari per alimentare la loro denuncia della massificazione, la loro paura della folla con cui si preparava l'uscita dal secolo XIX, che lenivano con l'assenzio del Lapine a Montmartre e la grande poesia...
Di fronte a tutto questo , io rivendico :
1) di essere ateo aborrendo nel contempo la bestemmia. Non occorre essere blasfemi per essere atei. È questione di stile
2)di essere laico al punto di non avere fedi, ma solo conoscenza. Il marxismo ed il Comunismo ridotti ad una fede cieca e farisaica sono la morte di un pensiero vivo e l'esaltazione tipicamente borghese di un pensiero morto
3) il diritto di amare nell'estetica ogni forma di libera espressione e di sperimentalismo, eccetto quello che fa scempio delle opere altrui, compresa l'ultima cena di Leonardo
4)il diritto di essere contrario alla consegna del vessillo olimpionico ai militari francesi, già impegnati nella guerra in Ucraina, che lo hanno appeso a rovescio. Un insulto alle Olimpiadi come una delle vette dell'amicizia ancora possibile tra i Popoli. Un'abdicazione ai valori autentici dello sport.
5) il diritto di considerare il divieto imposto alle bandiere russa e bielorussa come atto di prepotenza dell'occidente che pure incensa ipocritamente i crimini di Israele e di Kiev.
6) infine il diritto di non cedere alle regole della società dello spettacolo, alle sue finzioni, alle menzogne e manipolazioni, al suo conformismo venduto per "originalità", in realtà solo bigiotteria culturale.
Dunque mi reputo un comunista, libero nel pensiero, nello spirito e nelle parole e come tale rivendico infine il mio diritto di dire NO!
 
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