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Pompeo e Urban danno i numeri sulla fine della guerra in Ucraina di
Francesco Dall'Aglio
Ieri notte, pubblicavo un'analisi dell'articolo di Grygiel per Foreign Affairs, e anticipavo che ce n'era un altro di cui discutere - o di cui ridere, fate un po' voi - e che l'argomento centrale era sempre il terrore di parte dell'establishment statunitense che la guerra finisse in tempi più o meno brevi. Mi riferisco all'op-ed ospitata dal Wall Street Journal e scritta da Mike Pompeo e David J. Urban, ovvero la loro personale visione del piano di pace di Trump.
Trump, come tutti sappiamo, ha detto che è sua intenzione far fare la pace a Russia e Ucraina in 24 ore. Al di là della fattibilità della sua idea, che sostanzialmente prevede chiamare al telefono Zelensky e Putin e dirgli che ora basta, la cosa è spiaciuta a molti negli USA perché par di capire che il piano Trump andrebbe a favorire la Russia: e questa cosa rischia di far perdere qualche voto ai repubblicani, ma soprattutto di inimicarsi quei settori dell'establishment e dell'apparato militare e industriale che con questa guerra stanno ingrassando, o che a questa guerra hanno legato prestigio, potere e posizione.
Pompeo e Urban provano a convincerci che non è affatto così e che il piano di pace di Trump prevede, al contrario, la vittoria ucraina (statunitense, in realtà) e la disfatta russa. Una precisazione: Pompeo sappiamo tutti chi è e non c'è bisogno di commentare. Urban, forse, è un po' meno conosciuto. È stato uno dei consiglieri di Trump nelle campagne elettorali del 2016 e del 2020, ma soprattutto è il Managing Director del BGR Group, una delle più importanti società di lobbying americane che, tra le altre sue attività, dal 2017 "facilita i rapporti" tra Stati Uniti e Ucraina e che comprensibilmente non è felicissima del fatto che tra un po', se le cose andranno come pare vadano, dovrà sbaraccare.
In breve, che ci dicono Pompeo e Urban? Che il piano di Trump in realtà funzionerà così: il primo passo sarà "scatenare il potenziale energetico statunitense" per "accendere il motore" dell'economia statunitense, abbassare i prezzi dell'energia e colpire le entrate di Putin. Non si specifica in cosa consiste lo scatenamento, né come verrà organizzato.
Il secondo passo sarà "ricostruire i legami con l'Arabia Saudita e Israele e lavorare insieme contro l'Iran", stabilizzando l'intero Medio Oriente e dando all'Arabia Saudita l'opportunità, insieme agli Stati Uniti, di eliminare la Russia dal mercato globale dell'energia. Anche qui, non è chiaro in che modo.
Il terzo passo: "imporre sanzioni vere alla Russia", perché quelle di Biden non servono a niente. Quelle di Trump invece saranno utilissime, ma anche in questo caso non ci viene detto in cosa consisteranno.
Il quarto passo sarà "rafforzare l'industria bellica americana", e mostrare agli avversari che non possono competere con le capacità degli USA. Come? Idem come sopra.
Quinto passo, "rivitalizzare la NATO", ovvero far pagare gli europei, che devono spendere per gli eserciti "almeno il 3%" del loro PIL. Il quinto passo è quello che consentirà il trionfo: "creare un programma affitti e prestiti di 500 miliardi di dollari per l'Ucraina". Armi ed equipaggiamenti non verranno pagati dai contribuenti statunitensi ma da quelli ucraini, che restituiranno tutto a guerra finita!
L'ultimo passo, il sesto, sarà eliminare ogni restrizione "sul tipo di armi che l'Ucraina potrà ottenere e usare". Grazie a tutti questi elementi, che i due autori evidentemente considerano di immediata realizzazione, l'Ucraina negozierà da una posizione di forza, e il negoziato, sempre secondo loro, andrà così: la guerra si ferma immediatamente, l'Ucraina costruisce un esercito poderoso, così la Russia non attaccherà mai più, nessuno stato riconoscerà l'annessione dei territori conquistati dalla Russia (la cui sorte è lasciata nel vago, visto che il deliquio di Pompeo e Urban evidentemente non si spinge a considerare che verranno riconquistati), la Crimea verrà smilitarizzata (ma resta alla Russia, par di capire), l'Ucraina viene ricostruita utilizzando la totalità dei fondi russi congelati in Europa, l'Ucraina entra nella NATO immediatamente, la NATO crea un fondo di 100 miliardi di dollari per armarla (siamo a 600 miliardi, se avete perso il conto) di cui gli USA però metteranno non più del 20%, e l'Unione Europea ammette subito l'Ucraina e si impegna a modernizzare e sviluppare la sua economia.
Se la Russia non si oppone, le sanzioni verranno progressivamente tolte e una volta che l'Ucraina sarà entrata nella NATO e nell'UE saranno tolte del tutto. E così, concludono gli autori, "questi passi, e non le mezze misure dell'amministrazione Biden, faranno finire la guerra, stabiliranno una pace duratura, faranno in modo che sia l'Europa ad assumersi l'onere di mantenerla, e ristabiliranno la libertà e la sicurezza sul continente."
Come si può notare ci sono parecchi punti di contatto con l'articolo di Grygiel, e lo stesso terrore che finiscano le vacche grasse. Il che mi sembra un buon segno.
 
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