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Riconciliazione palestinese? di
Ahmad M. Shakakini
Due giorni dopo la riconciliazione avvenuta a Pechino, in Cina, tra Hamas e Fatah, le forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese stavano circondano ieri l'ospedale di Tulkarem dove era in cura il leader della resistenza della zona Abu Shujaa' per arrestarlo.
La popolazione palestinese è scesa in piazza ed ha circondato a sua volta le forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese costringendole a lasciare l'ospedale garantendo via libera al leader Abu Shujaa' per raggiungere i suoi compagni.
Ci sono state tante riconciliazioni con tanto di strette di mano e abbracci fra Fatah e Hamas. Riconciliazioni che hanno avuto luogo a Doha, alla Mecca e ad Algeri, tutte fallite per la semplice ragione che l'Autorità Palestinese ha una missione affidatale fin dagli accordi di Oslo e riceve denaro dall'Occidente e dal Golfo per compierla: fornire servizi di spionaggio e repressione per conto dell'esercito nemico israeliano contro chiunque sia tentato di partecipare alla resistenza all'occupazione israeliana.
Il governo cinese continua il suo ruolo crescente negli affari internazionali sponsorizzando una riconciliazione tra Hamas e Fatah. Hamas non vuole apparire ostruzionista o rifiutare la riconciliazione. Vuole far fallire i piani dei nemici sul "giorno dopo". L'Autorità Palestinese è interessata ad una riabilitazione dopo essere diventata una versione dell'occupazione e uno strumento al servizio degli interessi israeliani.
Hamas oggi è diversa da quella di prima, il movimento guidato ora da Sinwar ha un'agenda chiara, slogan chiari e non coesiste più con il processo di Oslo. Questo processo è morto il 7 ottobre e non risorgerà.
La riconciliazione palestinese è un dovere. Il coordinamento nazionale Palestinese è una necessità ma non con i collaborazionisti che continuano a praticare il coordinamento di sicurezza con il nemico del popolo palestinese nel bel mezzo del genocidio sionista a Gaza.
Vista la stragrande popolarità che ha la resistenza tra i palestinesi ovunque (e tra i cittadini di tutti i paesi arabi), iI popolo palestinese che ha espulso i collaborazionisti ieri dall'ospedale di Tulkarem, potrebbe presto espellere e processare i collaborazionisti e chi fra i palestinesi ritenuto responsabile di un contributo allo sforzo bellico o mediatico del nemico sionista durante la Battaglia di Gaza.
La riconciliazione nazionale palestinese è obbligatoria ma dovrebbe essere fatta tra le organizzazioni che condividono i valori della resistenza all'occupazione, all'apartheid e al fascismo sionista, della liberazione della Palestina e del diritto al ritorno dei profughi alle loro terre e alle loro case.
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