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Israele colpisce porto yemenita per reazione ad attacco a Tel Aviv
di
Francesco Dall'Aglio
Era abbastanza probabile che l'attacco di droni huthi su Tel Aviv, uno dei quali ha colpito un palazzo, avrebbe avuto conseguenze.
Poco fa F-35 israeliani hanno colpito il porto di Al-Hudaya (spesso scritto Hodeidah), sulla costa occidentale dello Yemen.
Sono stati colpiti i serbatoi di carburante, parte del quale si sta riversano in mare, in fiamme. Sembra ci siano vittime, non è chiaro quante e se vi siano anche dei morti.
Non è chiaro nemmeno se al raid abbiano partecipato anche aerei USA e UK. Aerei da combattimento è improbabile, ma è invece possibile che il raid sia stato assistito da aerei cisterna, uno dei quali è stato fotografato in zona.
E in zona, ma anche qui non è chiaro con che compito, c'era anche un aereo cisterna italiano partito da Djibouti (una schermata di flightradar presa alle 18.20. L'aereo continua a fare rotta verso nord al momento in cui pubblico questo articolo).
Ad ogni modo, credo si possa dire senza timore di smentite che finora la grande operazione navale/aerea che doveva spezzare le reni agli huthi e ripristinare la libertà di navigazione nel Mar Rosso non ha avuto particolare successo.
Non solo gli attacchi ai mercantili e alle navi cisterna continuano, non solo è stato addirittura attaccato direttamente Israele, ma Erik Kurilla, il comandante del CentCom, ha scritto ieri una lettera a Lloyd Austin per dire, sostanzialmente, che la missione navale così come è congegnata non serve a niente e che il rischio che la Russia decida di fornire agli huthi missili da crociera antinave c'è sempre, anche se pare che almeno per il momento i buoni uffici dell'Arabia Saudita abbiano sventato la minaccia.
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