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Sondaggi commissionati dalla NATO sono fuorvianti
di
Paolo Mossetti
Mi è capitato di vedere alcuni cold warrior journalist prendere dei sondaggi commissionati dalla NATO e dedurre da essi un'incrollabile entusiasmo degli europei per l'atlantismo più rigido e per il nuovo avventurismo militare.
Il problema è che se chiedi agli europei se dovrebbero essere spesi più soldi per la difesa comune (senza specificare da chi, e con quali sacrifici) un’ampia maggioranza ti risponde sì.
Ma se chiedi agli europei se il loro Paese dovrebbe spendere di più, e che ciò potrebbe significare avere meno soldi per altre cose, allora il quadro cambia parecchio.
Gli italiani, in particolare, sono il popolo europeo meno propenso ad aumentare la spesa per la difesa se questo volesse dire tagli in altre aree, come la sanità o l'istruzione.
Sì, è vero che questa risposta può capitare per qualsiasi tema di interesse pubblico, ma va notato come la Polonia e i Paesi Baltici ragionino in maniera radicalmente diversa, e soprattutto come i Paesi dell'Europa del Sud rispondano condizionati dalla stagnazione degli ultimi 20 anni.
Morale: l'UE deve calibrare molto bene la retorica guerresca (con la creazione di una minaccia incombente che essa comporta) con il perdurare di logiche austeritarie.
Tutte e due le cose, a lungo andare, non troverebbero il consenso dell'opinione pubblica.
 
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