Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
19 luglio 2024
tutti gli speciali

Armamenti russi: media occidentali danno i numeri
di Francesco Dall'Aglio

A poca distanza l’uno dall’altro, e la cosa è assolutamente casuale, sono stati pubblicati due articoli molto interessanti, uno dall’Economist, ripreso (il mio avvocato dice che non posso scrivere ‟copiato”) da Il Post e uno da Слідствo.Інфо, un giornale online ucraino.

Vediamo prima il pezzo del Post (quello del FT è dietro paywall e bisogna registrarsi). Al di là della solita confusione sugli obiettivi dell’offensiva su Kharkiv, che per Economist e Post erano la conquista lampo di Kharkiv e per chiunque abbia una cognizione elementare dell’aritmetica non potevano esserlo (e ne abbiamo già parlato fino alla nausea, e non mi ripeterò), il succo degli articoli è questo: la Russia ha messo in piedi l’invasione dell’Ucraina fidando esclusivamente sul suo enorme arsenale di mezzi sovietici ‟vecchi e talvolta solo parzialmente efficaci […] in condizioni pessime, ma in quantità enormi” perché non ha mezzi moderni a disposizione.

Questa è la prima proiezione: i mezzi ‟in condizioni pessime” scavati fuori dai magazzini non sono quelli russi, che prima di essere mandati al fronte sono stati rimodernati, ma quelli occidentali, come abbondantemente riportato dalla nostra stessa stampa e da una impietosa quantità di foto e filmati che mostrano come, a volte, siano stati spediti in Ucraina rottami nemmeno più marcianti. Ma il punto principale dell’articolo non è questo, è molto più raffinato.

‟Negli anni immediatamente precedenti alla dissoluzione dell’Unione Sovietica si riteneva che il paese possedesse tanti veicoli blindati quanti ne erano presenti in tutto il resto del mondo”, ma entro il 2025 saranno tutti finiti. Ergo, la Russia ha perso, dal febbraio 2022, tanti blindati quanti ne aveva tutto il mondo nel 1990, ovvero una cifra astronomica in linea coi numeri da ubriachi conteggiati dal Ministero della Difesa ucraino e dagli OSINT ‟obiettivi” tipo Oryx, le cui cifre vengono ovviamente riportate nell’articolo a sostegno di questa tesi. E siccome la Russia non è in grado di produrne di nuovi, dovrà giocoforza porre fine alle sue ambizioni imperiali – quindi mandiamo ancora un po’ di roba per un anno, un anno e mezzo, e abbiamo vinto la guerra (questo non viene scritto esplicitamente ma il senso è chiaramente questo).

E in base a quale criterio Economist/Post sostengono che la Russia non sia in grado di produrre sufficienti carri armati? Sulla base della propria idea riguardo un solo modello, il T-90: ‟La produzione di nuovi carri armati, il modello T-90, al momento non riuscirebbe a sostenere le necessità dell’esercito: si stima che ne siano prodotti alcune decine l’anno”. La fonte di questa informazione è, credo, questo rapporto dell’IISS che ipotizza una produzione di 70/90 nuovi carri l’anno, con le fabbriche a pieno regime. Un numero basso, si direbbe.

Gli Stati Uniti, invece, producono ogni anno numeri esorbitanti di Abrams, quindi l’attrito gioca a favore della NATO, no?

No. Gli USA hanno prodotto nel 2023 VENTIDUE Abrams, nel 2024 si stima di produrne TRENTA, nel 2025 CINQUANTATRÉ, e nel 2026 QUARANTADUE. Quindi già ora la Russia produce il doppio di carri degli USA.

Però ci sono anche i Challenger, i Leopard. Anche qui, no. I Challenger 1 e 2 non sono più in produzione: tra il 2027 e il 2030 148 Challenger 2 verrano modificati e ridenominati Challenger 3, e questa è tutta la ‟produzione” britannica. Per quanto riguarda i Leopard, Krauss-Maffei e Rheinmetall hanno annunciato a gennaio di volere AUMENTARE la produzone nei prossimi anni portandola a CENTO Leopard l’anno.

Va bene, ma sono comunque 100 Leopard l’anno per l’Ucraina, più dei T-90. Vittoria. No, perché sono tutte commesse estere e per la Bundeswehr: di tutti questi carri nuovi l’Ucraina non ne vedrà nemmeno uno (e nemmeno dei carri della Corea del Sud, che è quella che ne produce di più).

Quindi alla fine la Russia produce più T-90 l’anno di quanti carri produce l’intero Occidente, e meno male che erano pochi. Il problema per l’Ucraina però è che il T-90 è SOLO UNO dei modelli di carro prodotti oggi in Russia, quello sul quale Economist/Post si sono concentrati perché è il modello di cui si producono meno pezzi. Ma la Russia produce anche T-80 e l’ultima variante del T-72, oltre a continuare a rimodernare i vecchi modelli. La cifra totale tra carri nuovi e rimodernati, e la fonte è il RUSI (Royal United Services Institute), non Intel Slava Z, è di MILLECINQUECENTO carri l’anno (anche questo articolo è stato abbastanza saccheggiato da Economist/Post, ovviamente solo le parti convenienti).

Anche per il RUSI le scorte di materiale sovietico caleranno, ma verosimilmente nel 2026: e, cosa che nessuno di questi articoli cita, all’Ucraina altri carri non ne arriveranno se non in numeri piccolissimi, quindi la Russia avrà comunque una quantità di materiale estremamente superiore a quello della controparte. Se siete su Twitter e volete leggere qualcosa di sensato sulla produzione russa, segnatevi questi due nomi: Edoardo Fontana e Patricia Marins, che per inciso crede che la Russia produca meno di 1500 carri l’anno.

Il pezzo forte dell’articolo del Post, comunque, è come sempre la questione delle perdite umane. Vivaddio, stavolta non sono riportati numeri, si dice solo che sono alte ma che la Russia non ha problemi a ripianarle: ha sul terreno 470.000 uomini (nemmeno lontanamente, ma vabbè) ‟mantenuti costanti attraverso la coscrizione e l’invio al fronte di circa 25mila nuovi soldati ogni mese. Fra volontari (gli stipendi dei soldati sono stati aumentati) e militari di leva il rifornimento di uomini non è al momento un problema”.

Avete letto bene: secondo il Post, la Russia manda al fronte i soldati di leva. Ho finito, Vostro Onore. (No, non avrei finito perché non ho minimamente parlato dell’articolo di Слідствo.Інфо, ma come al solito ho scritto l’Iliade quindi ne riparliamo in seguito).


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale