GB, ex ministro: accuse di antisemitismo come arma politica
di Pierpaolo Minardi

Alan Duncan, ex ministro degli Esteri britannico e veterano politico conservatore, ha accusato il suo partito di corruzione dopo che un’indagine interna lo ha scagionato dalle accuse di antisemitismo.

Duncan, che ha ricoperto la carica di parlamentare per 27 anni e ha ricoperto due incarichi ministeriali, ha criticato il Partito conservatore per aver avviato un'indagine sui suoi commenti durante un'intervista alla LBC senza che fosse presentata alcuna denuncia formale.

Nell'intervista di aprile, Duncan ha criticato il gruppo parlamentare dei Conservatori Amici di Israele (CFI) per aver presumibilmente esercitato un'influenza indebita sulla politica del governo britannico, affermando: "I Conservatori Amici di Israele hanno eseguito gli ordini del (Premier israeliano) Netanyahu, aggirando tutte le processi di governo per esercitare un’influenza indebita ai vertici del governo”.

Il partito, in risposta, ha avviato un'indagine su queste osservazioni, accusando Duncan di usare luoghi comuni antisemiti suggerendo che gli ebrei britannici fossero più fedeli a Israele che al proprio paese.

Duncan ha rivelato di essere stato scagionato dall'indagine interna, anche se questo non ha ridotto la sua indignazione nei confronti del partito che ha lanciato l'indagine senza alcuna denuncia formale, suggerendo che la mossa fosse un tentativo di metterlo a tacere.

Il mandato di Duncan nella politica conservatrice è stato segnato da frequenti conflitti con il suo partito, in particolare per le sue opinioni esplicite sul Medio Oriente e le sue critiche a Israele.

Secondo lui, l’antisemitismo viene utilizzato in modo improprio nella politica britannica per soffocare il dissenso, e spetta ai media esaminare attentamente le motivazioni dietro tali accuse e distinguere tra antisemitismo genuino e accuse motivate politicamente.

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