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Libano: Stati mettono in guardia propri cittadini per possibile guerra
di
Tamara Gallera
Sabato il Bahrein ha esortato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a emettere una risoluzione per il cessate il fuoco nel sud del Libano.
"Ha monitorato gli sviluppi e l'escalation militare al confine libanese-israeliano", ha detto il ministero degli Esteri, secondo l'agenzia di stampa ufficiale del Bahrein.
Il Bahrein ha espresso la sua preoccupazione per l'escalation, ha aggiunto.
Il ministero ha sottolineato "la necessità di evitare un'escalation militare e di prevenire l'allargamento del conflitto nella regione per preservare la sicurezza del Libano, cercando al tempo stesso di raggiungere sicurezza, pace e stabilità nella regione".
Manama ha inoltre sollecitato “un cessate il fuoco tra le due parti e il ricorso a soluzioni pacifiche attraverso il negoziato per preservare la vita della popolazione civile e garantire la sicurezza e la stabilità della regione”.
Il regno ha chiesto "al Consiglio di sicurezza dell'ONU di intervenire urgentemente, di dare agli scontri militari al confine libanese-israeliano l'attenzione che meritano e di emanare un'immediata risoluzione di cessate il fuoco per evitare che il conflitto si intensifichi".
Ha inoltre messo in guardia da “gravi ripercussioni sulla sicurezza e stabilità regionale e internazionale se il conflitto si espande”.
Le tensioni sono aumentate lungo il confine del Libano con Israele a causa degli attacchi transfrontalieri tra il gruppo libanese Hezbollah e le forze israeliane mentre Tel Aviv porta avanti la sua offensiva mortale sulla Striscia di Gaza, che ha ucciso più di 37.800 persone dallo scorso 7 ottobre.
Hezbollah ha collegato la fine dei suoi attacchi contro Israele alla fine dell’assalto di Tel Aviv a Gaza.
Nel frattempo, sette paesi hanno invitato i propri cittadini a lasciare il Libano per i crescenti timori di una guerra in piena regola tra Israele e il gruppo libanese Hezbollah, mentre altri cinque paesi hanno consigliato ai propri cittadini di evitare di recarsi in Libano in questo momento.
Fra i paesi che hanno preso qualche iniziativa in tal senso, l'Arabia Saudita, il Kuwait, la Giordania, USA, Australia, Olanda, Germania, Canada, Regno Unito, Irlanda.
Solo l'ambasciatore russo in Libano, Alexander Rudakov, ha detto che al momento "non ci sono motivi di grave panico" ed ha esortato i russi ad aspettare finché la situazione nel paese non si sarà calmata e aggiungendo che la missione diplomatica continua a operare normalmente e adotta le necessarie misure di sicurezza per i suoi cittadini.
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