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CPI: Londra interviene per ritardare l'emissione dei mandati d'arresto
di
Gabriella Mira Marq
L'interferenza della Gran Bretagna potrebbe ritardare la decisione della Corte penale internazionale sull'emissione o meno di un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo ha riferito The Guardian.
I giudici della CPI hanno infatti concesso giovedì al Regno Unito il permesso di presentare argomentazioni legali nel caso contro Netanyahu quando esaminerà la decisione sui mandati di arresto contro di lui e Yoav Gallant.
I documenti del tribunale hanno anche mostrato che, a seguito della richiesta del procuratore della CPI di emettere mandati di arresto, il Regno Unito ha dichiarato che il tribunale avrebbe dovuto rivedere la sua giurisdizione sui coloni israeliani prima di prendere qualsiasi decisione.
Esperti di diritto internazionale hanno espresso preoccupazione per l'intervento del Regno Unito nel caso, affermando che è motivato politicamente e potrebbe dare al Paese la possibilità di riaprire casi già risolti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di impedire alla Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per alti funzionari israeliani responsabili di crimini di guerra nella Striscia di Gaza, ha detto Axios citando due funzionari israeliani.
Secondo quanto riferito, i nomi di Netanyahu, del ministro della Sicurezza Yoav Gallant e del capo di stato maggiore delle forze di occupazione israeliane (IOF) Herzi Halevi sono stati individuati come sospettati di crimini di guerra che la Corte penale internazionale cercherà di perseguire.
Secondo Axios, Netanyahu ha espresso la sua preoccupazione per le crescenti notizie sulla possibilità dell'emissione di mandati di arresto, durante una telefonata con Biden sugli sviluppi regionali e sull'accordo di scambio di prigionieri con la Resistenza palestinese.
La Corte penale internazionale ha esaminato i crimini di guerra commessi nel 2014 nella Striscia di Gaza, ma non ha prodotto alcuna decisione punitiva contro singoli individui.
Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha rifiutato di commentare il contenuto della chiamata di Netanyahu a Biden, ma ha detto ad Axios: "Come abbiamo pubblicamente affermato molte volte, la Corte penale internazionale non ha giurisdizione in questa situazione e non supportiamo la sua indagine."
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