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Piccoli fascisti crescono ma certi ebrei non se ne accorgono
di
Santina Sconza
La senatrice Ester Mieli diceva: “Nel dna di Fdi non ci sono nostalgie fasciste e antisemite. Temo l'odio della sinistra”.
La senatrice Ester Mieli è nipote dello scrittore Alberto, sopravvissuto ad Auschwitz e a Mauthausen, dove venne marchiato col numero 180060 dopo essere stato arrestato a Roma nel novembre 1943.
Lo scrittore Alberto andava nelle scuole a raccontare la Shoah e affermava che «raccontare è un dovere nei confronti dei miei compagni che non sono più tornati. E' un dovere far sapere ai giovani ciò che accadde in quei lager. Una persona che non ricorda o che non vuol ricordare non è un uomo».
Evidentemente la nipote senatrice pur avendo scritto insieme al nonno il libro Eravamo ebrei - Questa era la nostra unica colpa-, ha pensato bene di candidarsi con il partito di Giorgia Meloni.
Non è la prima donna di origine ebraica che aderisce alla destra, né sarà l'ultima, non dimentichiamo che Israele pur essendo una democrazia è governata da l'estrema destra e dal criminale Netanyahu e che Margherita Sarfatti scrittrice italiana, biografa di Benito Mussolini, non solo fu per lunghi anni amante ma fu quella che lo inserì nell'alta società.
Dopo l'inchiesta di Fanpage e l'antisemitismo della piccola ratta fascista di cui non faccio il nome per non farle pubblicità, pur insultata la senatrice Mieli non si scompone, continua ad aver fiducia nel partito della Meloni che l'ha candidata e dichiara -È evidente che la presenza di elementi nostalgici piegati a un passato riprovevole e criminale non mi appartengono. Le parole e i comportamenti sono per me motivo di condanna e di disapprovazione-, e continua «Sono sicura che i vertici di FdI sapranno confermare la vocazione e la sostanza di un partito conservatore completamente libero da ideologie e comportamenti nostalgici».
Lei, prima Pds vicino al segretario Veltroni, si convertì alla destra con Alemanno sindaco e diventa portavoce della giunta di centrodestra. In quell’anno dice no anche alla proposta di candidatura nella lista Monti.
Che dire? La sua coerenza le fa onore, evidentemente si fida più della Meloni che della Shoah subita da suo nonno e da 6 milioni di ebrei morti nei lager nazisti.
Però le voglio scrivere queste poche parole senatrice Ester Mieli:
Io invece temo i ratti fascisti!
E se la Meloni sta in silenzio e le fa dare la solidarietà da La Russa evidentemente sa che i suoi piccoli ratti stanno crescendo con il credo mussoliniano e non vuol perdere i loro voti.
Non vorrei che lei facesse la fine di Margherita Sarfatti che, delusa di Mussolini dopo le leggi razziali, fu costretta a scappare e rifugiarsi all'estero.
Vale la pena, per uno scranno al Parlamento, rinunciare alla storia di milioni ebrei uccisi e dare credibilità ad un partito che affonda le sue radici nel fascismo mussoliniano?
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