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24 giugno 2024
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Israele e USA: problemi per la fornitura di armi
di Rico Guillermo

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto domenica che la questione del ritardo nelle spedizioni di armi statunitensi a Tel Aviv sarà risolta "presto".

Ciò è avvenuto, secondo quanto riportato da Israeli Channel 12, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal primo ministro Benjamin Netanyahu durante l'incontro settimanale del governo, nel contesto del dibattito pubblico con l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden su questo materia e l’escalation della tensione tra i due alleati.

Funzionari americani e fonti dei servizi di sicurezza israeliani hanno confermato che le spedizioni di armi USA verso Israele hanno registrato una diminuzione di circa il 50% rispetto a quanto registrato nel primo periodo degli attacchi israeliani dopo il 7 ottobre. Secondo il rapporto, nella prima fase della guerra (i primi quattro mesi) sono arrivate in Israele circa 240 spedizioni di armi americane, mentre negli ultimi mesi il numero di spedizioni è sceso a circa 120 spedizioni, ovvero una diminuzione di circa il 50%. oltre alla sospensione di un carico di armi. Munizioni americane destinate a Israele.

La spiegazione data dal rapporto per questo calo delle spedizioni di armi fornito da Washington a Tel Aviv è che "all’inizio della guerra, gli americani inviarono armi senza l’approvazione del Congresso, e ora l’amministrazione Biden ha ridotto la sua adesione alla questa procedura." Il rapporto sottolineava inoltre che “l’intensità della guerra è diminuita e è diminuito il desiderio dell’amministrazione Biden di aiutare Israele”.

Intervenendo durante una riunione settimanale del governo, Netanyahu ha affermato "Per molte settimane abbiamo lanciato un appello ai nostri amici americani affinché accelerassero le spedizioni. Lo abbiamo fatto più e più volte. Lo abbiamo fatto ai livelli più alti e a tutti i livelli, e voglio sottolinearlo, lo abbiamo fatto in stanze private. Abbiamo ricevuto ogni tipo di spiegazione, ma non abbiamo capito una cosa: la situazione di base non è cambiata".

"Alcuni oggetti sono arrivati, ma la maggior parte degli armamenti è rimasta indietro", ha aggiunto. "Dopo mesi senza alcun cambiamento nella situazione, ho deciso di esprimerlo pubblicamente." Netanyahu, tuttavia, ha affermato di ritenere che la questione sarà risolta “presto”. Martedì, il premier israeliano ha criticato Washington per aver trattenuto armi e munizioni da Israele. La Casa Bianca ha risposto annullando un incontro strategico con Israele.

Dall’inizio della guerra israeliana nella Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre, gli Stati Uniti hanno fornito notevoli quantità di armi e munizioni a Israele, secondo fonti di entrambe le parti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva poi sospeso una spedizione di armi a Israele, citando preoccupazioni sulla protezione dei civili.

In realtà il suo sostegno a Tel Aviv aveva infuriato milioni di statunitensi fermamente contrari alla guerra di Israele a Gaza, compresi molti elettori che normalmente sostengono Biden.

Un altro punto di scontro fra Washington e Tel Aviv è quello di un eventuale attacco israeliano su larga scala al Libano. Questo rischierebbe infatti una risposta iraniana, innescando una guerra più ampia che potrebbe mettere in pericolo le forze statunitensi nella regione. Lo ha affermato il presidente dei capi di stato maggiore congiunti degli Stati Uniti, generale dell’aeronautica Charles Q. Brown. ai giornalisti.

Brown ha sottolineato che gli Stati Uniti probabilmente non sarebbero in grado di aiutare Israele a difendersi da una guerra più ampia con Hezbollah in Libano. Ha sottolineato la potenza delle munizioni a corto raggio della Resistenza, che sarebbero più difficili da intercettare a causa di molteplici fattori.

Il generale ha affermato che gli Stati Uniti continueranno a dialogare con i leader israeliani e a metterli in guardia dall’allargare la guerra nella regione.

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