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21 giugno 2024
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Me ne frego!
di Alessandro Ferretti *

Un'altra spia della sempre più profonda alienazione del pezzo di società che se la passa meglio della media è che molti degli appartenenti a tale ceto ritengono di avere il pieno diritto non solo di occuparsi esclusivamente degli affari loro fregandosene del resto del mondo, ma anche di non ricevere alcuna critica per questo.

Anche a questo proposito la strage a Gaza è una perfetta cartina di tornasole. Negli atenei, di fronte agli student* in protesta che chiedevano l'appoggio dei docenti, la maggioranza dei docenti li ha ascoltati educatamente, ha espresso una vuota solidarietà e poi ha declinato l'invito a prendere posizioni concrete che fossero anche solo minimamente impegnative per loro, come ad esempio il boicottaggio accademico degli atenei israeliani, cercando di giustificarsi con la vuotissima e ipocrita retorica del "costruire ponti e non muri".

Come se il semplice mantenimento dello status quo potesse avere il magico effetto di fermare il massacro.

Quando, giustamente e legittimamente, gli student* hanno criticato tale risposta, tali persone si sono spesso offese. "Ma come? Io ti ho educatamente ascoltato, ti ho anche dato retta sui punti più marginali... adesso devi rispettare la mia opinione e lasciarmi in pace!"

In pratica gli student* sono stati trattati come venditori ambulanti sulla spiaggia: "Ti ho ascoltato, ti ho pure comprato un accendino che non mi serve giusto per farti un piacere, e adesso mi critichi perché non ho comprato abbastanza? Ma come ti permetti?"

Il fatto che tante persone reagiscano allo stesso modo alle richieste di studenti che protestano per fermare un orribile massacro di un intero popolo e a quelle di chi ci vuol vendere un paio di occhiali da sole dimostra in modo plastico fino a che punto tali persone sono avulse dal mondo e interessate solo a loro stesse e ai loro affari.

Viviamo ormai in un mondo in cui gran parte delle persone agiate è di fatto impermeabile a ciò che capita al di fuori del suo ristretto orizzonte, e percepisce chi cerca di risvegliare la sua umanità sopita come un fastidioso venditore di pentole da liquidare nel modo più efficace e indolore.. e se insiste, si invoca la repressione.

La domanda cruciale per il futuro è questa: fino a che punto queste persone si spingeranno pur di difendere il loro presunto diritto a fregarsene di un genocidio?

* Coordinatore Commissione Pace dell'Osservatorio

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