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19 giugno 2024
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Ignoranza e pregiudizio
di Paolo Mossetti

Uno dei blog «occidentalisti» più inviperiti su X ha l'ardire di pubblicare un testo di Indro Montanelli del 1960 che è un capolavoro di pregiudizi, ignoranza e peak orientalismo, e di presentarlo come un esempio di franchezza e onestà intellettuale.

Visto che è un blog di nicchia, perché farlo notare? Perché ci torna utile a ripercorrere alcuni dei più frequenti luoghi comuni sballati e proiezioni ideologiche che tuttora infestano il dibattito mediorientale, alimentati da un segmento importante di pubblico anziano e conservatore, di centro, di destra ma talvolta anche di sinistra.

Il salotto di Bruno Vespa è ancora questa roba qui. "[Gli arabi] non sono le vittime di un clima inclemente: sono quelli che lo hanno provocato e aggravato, soprattutto distruggendo i boschi. E se soffrono la sete, bisogna dire che se la sono procurata rinunziando per accidia a regolare le acque, a trattenere in serbatoi la pioggia e a redistribuirla con canali.

Finalmente ho capito perché gli arabi odiano tanto gli ebrei. Non è la razza. Non è la religione, che li sobilla contro di essi. È l’atto d’accusa, è la condanna, che gli ebrei rappresentano, agli occhi di tutto il mondo, qui nelle loro terre, contro la loro ignavia, la loro mancanza di buona volontà, d’impegno nel lavoro, di entusiasmo pionieristico, d’intelligenza organizzativa. Israele dimostra ch’è proprio questo che manca alle zone depresse del Medio Oriente.

Sono gli uomini che le abitano, non la natura o il buon Dio, che le hanno rese tali.

In trent’anni di dura fatica, ogni singolo, posponendo il proprio tornaconto individuale all’interesse di tutti, ogni generazione sacrificando il proprio comodo al bene di quelle successive, della zona depressa palestinese hanno fatto la pianura padana. È stata questa meravigliosa avventura umana che mi ha ipnotizzato...

Amici miei, sono gli uomini a fare i paesi: gli uomini e soltanto gli uomini, la loro volontà, la loro fatica, la loro capacità di credere e di sacrificarsi per ciò che credono. Le zone depresse esistono soltanto lì, nel loro animo rassegnato, nel loro muscoli fiacchi, nel loro indolente cervello, nella rinunzia alla lotta, nella mancanza di un senso religioso della vita, e quindi nella disposizione a trarne soltanto profitti e godimenti immediati."

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