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15 giugno 2024
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Italia democratica scenda in piazza
di Elisa Fontana

Finalmente anche da parte di politici che intellettualmente stimo molto e di saldo impianto antifascista come Gianni Cuperlo ci si è resi conto che bisogna tornare nelle piazze.

Non so cosa abbia trattenuto finora tutti dal tornare nelle piazze e li ha spinti a rifugiarsi nei convegni, nei teatri. Forse la paura di ritrovarsi le piazze vuote, mentre questa paura bloccava tutto il meccanismo di consapevolezza del piano inclinato sul quale ci troviamo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Le elezioni europee sono state forse un bagno di realtà che hanno permesso di chiarire meglio posizionamenti e ruoli da una parte e pericoli incombenti dall'altra.

E' indubbio che Schlein si è notevolmente rafforzata, grazie anche ad una campagna elettorale intelligente in cui non è caduta in nessuna delle trappole che benignamente Meloni le tendeva. Conte ne è invece uscito notevolmente indebolito e anche questo contribuisce a chiarire ruoli e posizioni all'interno della opposizione, almeno si spera.

Ma l'indegno assalto squadristico dell'altro giorno in Parlamento forse ha il merito di aver reso chiaro una volta per tutte con chi abbiamo a che fare, che la misura è colma e che bisogna agire.

Non è più il tempo di chiedere stucchevolmente alla presidente del consiglio e ai suoi accoliti di dichiararsi antifascisti, non è più il tempo di dichiarare che il fascismo non tornerà, non è più il tempo di girarsi dall'altra parte. Pare che la lezione sia stata compresa e sono convinta che la chiamata in piazza riserverà delle buone sorprese a chi l'ha fatta.

Non tutti sono nostalgici dei manganelli e dell'uomo forte, c'è una Italia democratica che niente ha a che fare con questa gente al governo e con le sue pulsioni autoritarie.

Aspetta solo di essere chiamata, di essere rappresentata e di non essere più presa in giro. Speriamo che almeno questo sia stato compreso e non sia l'ennesimo bluff, che questa volta rischierebbe di essere esiziale per chi lo tentasse.

Siamo arrivati al punto di aver visto sdoganare la X Mas in pieno Parlamento, di permettere ad una nullità politica come Crippa di dire delle enormità come fosse la cosa più normale del mondo, abbiamo permesso che fascisti senza vergogna e senza pudore sciorinassero le loro coreografie di morte con nonchalance e non mi meraviglierei affatto di sapere che sono tornati (ma se ne sono mai andati?) anche i campi paramilitari che ben conoscemmo negli anni Settanta, fucina di tutto un mondo violentemente eversivo e fiore all'occhiello del MSI di Almirante.

Benissimo radunarsi martedì in piazza per stigmatizzare quel che è avvenuto in Parlamento, ma scesi da quel palco sappiano tutti che deve essere solo l'inizio di un percorso che deve necessariamente portarci al ristabilimento delle regole democratiche, alla difesa della Costituzione e dello Stato repubblicano e dei suoi meccanismi di salvaguardia.

Il tempo delle primedonne è finito e il lavoro che c'è da fare è lungo e per niente agevole e tutti ne portano sulle spalle la responsabilità.

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