Israele: famiglie dei soldati chiedono ai figli di tornare a casa
di Mauro W. Giannini

Le famiglie di centinaia di soldati israeliani che combattono a Gaza hanno esortato i loro figli a deporre le armi e a tornare a casa immediatamente. Lo ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz.

"Stiamo facendo sapere ai nostri figli combattenti che devono fermare i combattimenti adesso, deporre le armi e tornare a casa immediatamente", hanno scritto martedì le famiglie in una lettera aperta indirizzata al ministro della Difesa Yoav Gallant e al capo di stato maggiore dell'esercito Herzl Halevi.

Le famiglie hanno affermato di non sostenere più la guerra israeliana nella Striscia di Gaza.

Hanno anche criticato la decisione presa lunedì dalla Knesset di approvare un disegno di legge che esenta gli uomini ultraortodossi dal servizio militare. "È impensabile che una legge come questa venga approvata mentre i soldati coraggiosi danno la vita", aggiungono nella lettera.

Quasi 300 soldati israeliani sono morti nelle operazioni militari, di cui quattro ieri in una esplosione a Rafah.

Il disegno di legge è passato con 63 voti favorevoli alla Knesset, composta da 120 membri. Ora passerà alla Commissione Affari Esteri e Difesa in preparazione alla seconda e terza lettura del disegno di legge prima che diventi legge.

Il disegno di legge, se approvato, abbasserebbe l'età del servizio obbligatorio per gli ebrei ultra-ortodossi da 26 a 21 anni, e aumenterebbe "molto lentamente" il tasso della loro coscrizione nell'esercito.

Secondo l'analista di Haaretz Yossi Verter, "Il governo non è degno della vita dei soldati che muoiono in guerra".

Commentano il voto ha scritto: "I 63 membri della Knesset che hanno votato a favore del disegno di legge sapevano già della morte di quattro soldati in un'esplosione a Rafah, a Gaza. Il sorriso sornione di Netanyahu durante la discussione simboleggia quella che è diventata la sua eredità: la disconnessione tra il popolo e i suoi rappresentanti eletti".

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