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Io condanno ma voi no
di
Roberto De Vogli
Ho condannato ripetutamente in vari editoriali (FQ, Micromega, e pure al convegno su “Guerra o salute”) le brutalità di Hamas nei confronti di civili (oltre 700) e bambini Israeliani (oltre 50), ma i sostenitori del genocidio di 15 mila bambini palestinesi e della amputazione di una o due gambe di oltre 1000 bambini palestinesi non hanno MAI condannato Israele per questi crimini efferati.
Non hanno mai condannato l’espulsione di 750 000 persone dalle loro case in Palestina nel 1948 (la Nakba o catastrofe).
Non hanno mai speso una parola per quello che da decenni, secondo Human Rights Watch, Israele ha trasformato in una “prigione a cielo aperto” e Borrell ha definito “cimitero a cielo aperto”: Gaza.
Non hanno mai condannato le uccisioni di civili Palestinesi durante le operazioni militari (es. Op. Piombo Fuso 2008-2009, Op. Margine di Protezione 2014) definite da un giornalista Israeliano “tagliare l’erba”.
Non hanno mai condannato gli attacchi terroristici, l’espropriazjone di terre e le uccisioni di civili in Cisgiordania dei coloni Israeliani armati dal governo di Israele.
Non si sono mai chiesti perché in Cisgiordania - che non è governata da Hamas - le uccisioni di civili palestinesi vengono perpetrate in modo sistematico e continuo? Forse perché l’obiettivo dell’esercito di Israele non è Hamas, ma come dice il titolo di un libro di Ilan Pappe’ (professore ebreo e Israeliano negli UK) la “Pulizia Etnica (di tutta la popolazione) della Palestina”? Questo è confermato dagli oltre 500 incitamenti al genocidio di alte figure politiche, militari e giornalistiche di Israele.
Non hanno mai condannato la decisione di affamare 2 milioni di persone e far morir di fame già una ventina di bambini palestinesi - azione condannata dalla Corte Internazionale di Giustizia come “atti di genocidio.”
Non hanno mai condannato la distruzione del 70% delle abitazioni e lo sfollamento di 1,7 milioni di persone a Gaza.
Non hanno mai condannato la distruzione di tutte le Università Palestinesi e il 90% delle scuole di Gaza.
Non hanno mai condannato i bombardamenti di tutti gli ospedali di Gaza e il blocco di medicinali che ha costretto alcuni medici ad amputare arti senza anestesia.
Non hanno mai speso una frase di sdegno per gli assassini di volontari, giornalisti e operatori dell’ONU a Gaza.
No, non hanno mai espresso una parola su questi crimini.
Non hanno detto una parola a difesa degli oppressi, ma sono rimasti ligi e schierati dalla parte dei carnefici.
E non tollerano neppure che in una bacheca personale tu voglia esprimere solidarietà ai bambini palestinesi e agli studenti che difendono il loro diritto di esistere e resistere.
Affibbiano a chiunque si schieri contro il genocidio l’etichetta di “antisemita” (tattica di gaslighting o “fare credere l’incredibile”) ma da decenni i critici più attenti (la maggioranza) esprimono profonda ammirazione nei confronti di numerosi intellettuali ebrei (es. Avi Shlaim, Gabor Mate, Ilan Pappe’, Noam Chomsky) e movimenti sociali di ebrei (es. Jewish for Peace) per la loro audacia, coraggio e determinazione.
Sono proprio questi ebrei che hanno instillato in molti di noi l’amore per la verità, la giustizia e la dignità umana. Sono questi ebrei che meglio di tutti ci hanno informato sui crimini di Israele. Sono proprio questi ebrei che hanno ispirato in noi una coscienza critica e empatia Universale, il sogno di un mondo equo per tutti. A loro e solo a loro va tutta la nostra ammirazione e riconoscenza, non a chi usa la sofferenza dei propri avi per giustificare il genocidio di un altro popolo.
Ora chiudo: se soffrite di “empatia etnica” provate a fare uno sforzo cognitivo e emotivo togliendo una “n”. I sostenitori del genocidio di Gaza hanno quasi tutti i media mainstream e gli aiuti degli algoritmi dei social media come Fakebook per esprimere il loro “pensiero critico”.
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