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10 giugno 2024
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La questione degli ostaggi tiene in ostaggio tanti cervelli
di Rossella Ahmad

Uomo della strada: eh, si, però gli ostaggi stavano davvero lì.

Persona dotata di logica: se, puta caso, si fossero trovati nel seminterrato del palazzo in cui vivi tu assieme ai tuoi figli, avresti considerato te stesso ed i tuoi figli sacrificabili per la libertà di quattro ostaggi? Avresti considerato una sola unghia del dito mignolo della mano sinistra di tuo figlio sacrificabile per la libertà di quattro ostaggi? Dimmi pure. Sono tutta orecchi.

Perché il senso della questione è tutto lì. Possiamo fare ragionamenti, distinguo, strategie, torti, ragioni, spaccare il solito capello in quattro solo perché a noi, fondamentalmente, non ci riguarda . Parliamo di altri, dei sacrificabili a priori. Di altri di cui, inoltre, ce ne frega il giusto. Cioè nulla. E quindi si fa gli splendidi.

Ma gli ostaggi.

Perché hanno fatto credere a te, uomo della strada, che la questione centrale fosse quella. Non esisteva altro. Gli ostaggi. La visione israeliana delle cose che si impone come la visione reale dei fatti. E quindi gli ostaggi. Dimentichiamo tutto il resto. Dimentichiamo i quindicimila bambini uccisi - quindicimila, signore mio - perché gli ostaggi.

Dimentichiamo quello che di atroce i nostri occhi hanno visto, - e ne portiamo i segni impressi in ogni fibra del nostro essere. Dimentichiamo il genocidio. I bambini scalzi. Le madri vestite di nero.

Esistono solo gli ostaggi, l'alfa e l'omega della questione palestinese. Per la libertà di quei quattro ostaggi, militari d'occupazione in un territorio sotto occupazione, sono stati considerati sacrificabili centinaia di individui. Come te ed i tuoi figli. Ancora una volta, viene sdoganato il principio della gerarchia tra umani. Per la mia sicurezza posso fare morire un numero imprecisato di persone, perché sappi che la mia sicurezza vale più della tua vita.

Per Israele è così da sempre. Mi chiedo invece cosa sia intercorso affinché tu, uomo della strada, abbia abbracciato questo principio di cui, prima o poi, potresti essere vittima. Dai solo tempo al tempo. Se c'è una gerarchia tra umani, al vertice di quella piramide non ci sei tu, sappilo.

E sappi anche che provo un fastidio che mi fa lacrimare l'occhio destro e anche quello sinistro di fronte ai video dei festeggiamenti per la liberazione dei quattro ostaggi, costati la vita di oltre duecento innocenti. Cinquanta sacchi di sangue a testa. Il nuovo prezzo sul mercato.

Ultima cosa. Ho abbastanza esperienza delle faccende del mondo per comprendere che i volti degli ostaggi liberati non sono propriamente i volti di chi sia stato stuprato per mesi. La butto lì, poi ovviamente Bruno Vespa mi smentirà.

Chiudere gli occhi per sempre su questo scempio dell'etica, del logos e su questa obsolescenza programmata dell'umanità.

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