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Nuseirat: massacrati in 210, mezzo mondo si indigna
di
Mauro W. Giannini
210 persone uccise, fra cui donne e bambini, e oltre 400 feriti per liberare 4 ostaggi.
Questo il bilancio dell'attacco israeliano nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Ma secondo il portavoce delle Brigate Al Qassam, l'esercito israeliano avrebbe ucciso anche alcuni ostaggi nell'operazione.
L'attacco ha provocato indignazione internazionale e una richiesta di riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Egitto e Giordania lo hanno condannato con la massima fermezza.
Il ministero degli esteri egiziano ha definito l’attacco “una palese violazione di tutte le disposizioni del diritto internazionale, del diritto umanitario internazionale e di tutti i valori e diritti umani”.
“L’Egitto ritiene Israele legalmente ed eticamente responsabile di questa palese aggressione e chiede il rispetto, come potenza occupante, di cessare il targeting indiscriminato dei civili palestinesi, compresi quelli nelle aree di sfollamento, e la devastante distruzione di tutti i servizi infrastrutturali nella Striscia di Gaza”, ha affermato.
Il Ministero degli Esteri giordano ha considerato l’attacco israeliano al campo di Nuseirat come “una pratica che riflette il sistematico attacco ai civili palestinesi, la persistente violazione da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, e la perseveranza nel commettere crimini di guerra”.
In una dichiarazione, il ministero ha affermato “la condanna del Regno e la denuncia assoluta del continuo genocidio commesso da Israele nella Striscia di Gaza, che sta soffrendo una catastrofe umanitaria senza precedenti a causa dell’aggressione israeliana dal 7 ottobre”.
La Giordania ha inoltre invitato "l'intera comunità internazionale, in particolare il Consiglio di sicurezza dell'ONU, ad agire urgentemente e immediatamente per porre fine ai crimini di guerra commessi da Israele a Gaza e ad obbligarlo, in quanto potenza occupante, a rispettare le norme del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e per fermare la sua guerra insensata contro la Striscia di Gaza".
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato che non vi è alcun dubbio che coloro che hanno perpetrato il massacro di Gaza alla fine saranno ritenuti responsabili. Intervenendo all'apertura della riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri D-8, che riunisce vari paesi di tre continenti, per un totale di 1,2 miliardi di persone e un prodotto interno lordo combinato fino a 5mila miliardi di dollari, ha affermato: "Oggi, come paesi D-8, Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Malesia, Nigeria, Pakistan e Turchia, annunciamo il nostro più forte sostegno alla Palestina da Istanbul".
"La continuazione della carneficina israeliana sta innescando un'ulteriore escalation sociale e la rabbia pubblica" ha aggiunto Fidan "Dato che il sistema internazionale non riesce a fornire una soluzione, spetta a noi, come mondo musulmano, farci carico del problema e prendere l'iniziativa per una soluzione duratura".
Josep Borrell ha condannato "fortemente" l'attacco israeliano al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.
"Le notizie da Gaza di un altro massacro di civili sono spaventose. Noi lo condanniamo con la massima fermezza. Il bagno di sangue deve finire immediatamente", ha detto su X.
Intanto il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha incaricato l'inviato dell'ANP presso le Nazioni Unite di richiedere una sessione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'ONU per discutere le ripercussioni dello spargimento di sangue" commesso dalle forze israeliane nel campo di Nuseirat, ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa.
"Il presidente Abbas è impegnato in intense comunicazioni con le principali parti arabe e internazionali per convocare questa sessione urgente del Consiglio di sicurezza", secondo l'agenzia. Abbas ha sottolineato “l’urgente necessità di un intervento internazionale per fermare la catastrofe umanitaria che si sta verificando a Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non solo non ha condannato l'aggressione ma, al contrario, ha celebrato il recupero di 4 prigionieri israeliani durante l'attacco.
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