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08 giugno 2024
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Torture a prigionieri palestinesi: indagini di NYT e UNRWA
di Rico Guillermo

Israele sta usando lo stupro, la sodomia, le sedie elettriche e l'impalamento come metodi di tortura sui palestinesi prigionieri nei suoi campi di concentramento.

Una scioccante indagine durata tre mesi condotta dal New York Times ha rivelato abusi, torture e maltrattamenti nei confronti dei palestinesi detenuti nel centro di detenzione israeliano di Sde Teiman. La denuncia, basata su interviste con ex detenuti ma anche con medici e militari israeliani che hanno prestato servizio sul posto, dipinge un quadro terribile delle condizioni sopportate dai circa 4.000 detenuti palestinesi che sono passati nella struttura dal 7 ottobre.

Sde Teiman è una base militare nel sud di Israele dove la maggior parte degli abitanti di Gaza catturati dall'esercito israeliano sono stati portati per l'interrogatorio iniziale. I detenuti, classificati come “combattenti illegali”, secondo la legge israeliana possono essere trattenuti fino a 75 giorni senza permesso giudiziario e 90 giorni senza accesso a un avvocato o a un processo. La loro ubicazione è nascosta ai gruppi per i diritti umani e persino al Comitato internazionale della Croce Rossa, in quanto gli esperti legali affermano che contravviene al diritto internazionale.

Gli ex detenuti hanno descritto una serie di abusi come percosse, scosse elettriche, trattamenti umilianti e stupri. Otto ex detenuti, la cui detenzione sul posto è stata confermata dai militari, hanno riferito di essere stati presi a pugni, calci e picchiati con manganelli e con il calcio del fucile mentre erano in custodia.

L’indagine del Times ha anche scoperto accuse di abusi sessuali e torture. Un infermiere ha raccontato un'orribile esperienza in cui un'ufficiale ha ordinato a due soldati di sollevarlo e premere il suo retto contro un bastone di metallo fissato al suolo. Il bastone è penetrato nel suo retto per circa cinque secondi, facendolo sanguinare e lasciandolo con un “dolore insopportabile”.

I detenuti sono stati portati in un recinto separato dove veniva suonata musica ad alto volume per impedire loro di dormire. Indossando solo un pannolino, sono stati interrogati e accusati di essere membri di Hamas, poi picchiati quando hanno negato qualsiasi legame con il gruppo.

Una bozza trapelata di un rapporto dell’UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi, cita resoconti simili, tra cui un detenuto che ha detto che gli interrogatori “mi hanno fatto sedere su qualcosa di simile a un bastoncino di metallo caldo e sembrava che fosse fuoco”. Un altro detenuto secondo l'ONU “è morto dopo che gli hanno infilato l'asta elettrica” nell'ano.

Non stupisce che Tel Aviv abbia prima cercato di infangare e lasciare senza fondi l'UNRWA e adesso l'abbia dichiarata organizzazione terroristica.

L'esercito israeliano ha negato le accuse di “abuso sistematico” a Sde Teiman, sostenendo che qualsiasi abuso sui detenuti è severamente proibito e oggetto di indagini approfondite. Tuttavia, l’enorme numero di resoconti coerenti di ex detenuti, insieme alle testimonianze del personale israeliano sul posto, suggeriscono un modello inquietante di maltrattamenti e torture.

La cosa forse più inquietante è che dei 4.000 detenuti trattenuti a Sde Teiman da ottobre, 35 sono morti sul posto o dopo essere stati portati nei vicini ospedali civili.

Le rivelazioni sul centro di detenzione di Sde Teiman hanno attirato un crescente controllo da parte dei media. A maggio, la CNN ha rivelato dettagli raccapriccianti di abusi, torture e maltrattamenti contro i palestinesi a Sde Teiman.

Anche la Corte Suprema israeliana ha iniziato a esaminare una petizione avanzata da gruppi per i diritti umani per chiudere il sito. Di conseguenza, Israele ha iniziato a trasferire i palestinesi detenuti a Sde Teiman in prigioni gestite dai militari nella Cisgiordania occupata.

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