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No Tav nel mirino
di
Cristiano Bordin
Cosa vuol dire accanimento giudiziario?
La vicenda di Nicoletta Dosio spiega purtroppo chiaramente questo concetto.
Storica attivista No Tav, 78 anni, insegnante in pensione, Nicoletta Dosio sarà costretta di nuovo ai domiciliari, dopo un'altra condanna ad un anno scontata tra carcere e, appunto, domiciliari.
Nicoletta ritiene ingiusto questo provvedimento - che arrivò dopo una manifestazione in Val di Susa in cui furono abbattute le reti e violati i cancelli di uno dei cantieri dell'opera - e decide di uscire dalla propria abitazione dove era costretta per partecipare ad alcune iniziative.
Evasione o atto di disobbedienza civile? Un giudice del tribunale di Torino propende per la seconda ipotesi, ritenendo quello della Dosio un comportamento che definisce "innocuo" perchè non c'era la reale volontà di sottrarsi alla condanna.
Le cose però vanno diversamente e arriva la condanna per "violazione degli obblighi di dimora", in sostanza quindi per evasione, di un anno e nove mesi. Da qui il provvedimento di arresto domiciliare deciso dalla giudice Elena Massucco.
"Mentre alcuni politicanti ritengono che le misure cautelari ai loro colleghi siano un'onta- commenta Nicoletta Dosio- i No Tav subiscono da decenni queste misure sproporzionate rispetto ai reati contestati".
Ma la stretta repressiva continua e purtroppo continuerà: la proposta della Lega contenuta nel d.d.l. sicurezza, in aula il 17 giugno, aumenta addirittura a 20 anni la pena per chi protesta "in modo minaccioso e violento" contro le grandi opere.
Nicoletta Dosio però non cede nonostante tutto questo: "L'accanimento non è solo con me- dice a Radio Onda d'Urto- ma è contro la valle e contro la partecipazione popolare. I metodi usati contro di noi stanno dilagando dappertutto. Ma non bisogna piangere su se stessi, quello che si fa è giusto e doveroso e va portato avanti anche con gioia".
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