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Schede elettorali doni preziosi: andiamo a votare!
di
Santina Sconza
Il 2 giugno 1946 le donne si recarono per la prima volta a votare per scegliere tra Monarchia e Repubblica e i deputati dell'Assemblea Costituente e poterono essere elette in elezioni politiche.
Sui 556 deputati eletti solo 21 furono le donne, furono chiamate “Madri Costituenti”, nove provenivano dalla DC (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici Agamben, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra Verzotto, Vittoria Titomanlio), nove dal PCI (Adele Bej Ciufoli, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana Togliatti, Teresa Noce Longo, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi), due dal PSIUP (Angelina Merlin e Bianca Bianchi) ed una dal partito dell’Uomo Qualunque (Ottavia Penna Buscemi).
Cinque di loro sarebbero entrate poi a far parte della “Commissione dei 75”, incaricata di scrivere la Carta costituzionale : Maria Federici, Angela Gotelli, Lina Merlin, Teresa Noce e Nilde Jotti.
Per ricoprire la terza carica dello Stato abbiamo dovuto aspettare il 20 giugno 1979.
Ottenne la presidenza della Camera dei deputati la partigiana comunista Nilde Iotti, incarico che detenne dal 20 giugno 1979 al 22 aprile 1992, è stata la prima donna della Camera ed è rimasta in carica per ben 12 anni e 307 giorni.
Dall'ottobre 2022 abbiamo la prima Presidente del governo donna Giorgia Meloni, la quale rifiuta di usare l'articolo la, vuol essere chiamata Il Presidente, mi chiedo se sarà all'altezza di compiere il suo dovere o distruggerà la Repubblica democratica per trasformarla in oligarchia.
Oggi 2 giugno 2024 la nostra Repubblica compie 78 anni. Tanti infatti ne sono passati da quando con un referendum istituzionale, che si svolse tra il 2 e il 3 giugno del 1946, gli italiani e le italiane vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato – monarchia o repubblica –
Vinse la Repubblica ecco perché si celebra il 2 giugno la festa e si recarono alle urne soprattutto le donne.
Scrive la giornalista Anna Garofalo il 2 giugno 1946 "Le schede che arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un'autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d'amore".
Ricordo la prima volta che andai a votare la scheda elettorale era il dono più prezioso che avessi mai ricevuto, decidevo io chi mandare al governo, tremavo e mi sentivo importante come se fosse nelle mie mani il destino della nostra nazione, avevo paura di sbagliare, avevo paura che il mio voto potesse essere annullato.
Non ho mai mancato ad una elezione, di solito mi reco all'alba quando aprono i seggi, così per scaramanzia come facevano le compagne, poi faccio un giro nei vari seggi per vedere chi sono i galoppini dei politici e se tutto funziona bene, la notte resto quasi sempre sveglia per aspettare chi ha vinto.
Non riesco a capire come la stessa emozione non colpisca le ragazze e i ragazzi di oggi e perché l'astensionismo colpisce proprio loro, vostro è il futuro, vostro è l'avvenire di questa Repubblica, lei è giovane come voi, 78 anni sono pochi per essere consolidata, vostro è il compito di proteggerla, di amarla e di rispettarla.
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