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Possibili mandati CPI: Biden si aggrappa al niente
di
Paolo Mossetti
Sembra ormai certa l'emissione di un mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu e del ministro della difesa Gallant per crimini di guerra e contro
l'umanità nei Territori palestinesi da parte della Corte Penale Internazionale dell'Aia.
Questo non significherà vedere il PM israeliano in galera, ma vedere il suo mondo - lo spazio entro il quale può muoversi fisicamente e simbolicamente - di molto rimpicciolito. E, al contempo, significherà vedere allargato il campo del dicibile per tutti gli altri: attivisti e gli intellettuali che
propongono critiche radicali.
A questo serviranno anche il ricorso del Sudafrica all'Aia e le parole di Guterres sull'orrore che non nasce dal vuoto.
Biden, come prevedibile, sceglie di delegittimare la stessa Corte Penale Internazionale che aveva incensato per la decisione di perseguire Putin, e copre ancora una volta le spalle a Netanyahu.
E lo fa anche lui, come la destra e i filoisraeliani radicali, senza affrontare minimamente l'accusa nel merito. Tutto quello che riesce a fare è lamentarsi di una «falsa equivalenza»: inesistente, perché il procuratore della CPI non l'ha mai affermata.
Questo crepuscolare aggrapparsi al niente, vista la dottrina tradizionale di cui è prigioniero il Partito democratico, era forse l'unico esito possibile. E questa è la tragedia del Medio Oriente e dei progressisti che andranno a picco con l'ottusità bideniana.
* * *
Una bella storia: Amal Clooney, avvocatessa di origine libanese, a lungo criticata per il suo silenzio sulla questione Gaza, è tra i consulenti legali di cui si è avvalsa la procura della Corte penale internazionale nel tentativo di emettere un mandato di cattura per Netanyahu e Sinwar. È una delle menti dietro la vicenda.
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