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Mobilitazioni studentesche danno speranza e fiducia
di
Alessandra Sciurba *
Sono una docente universitaria e sento il bisogno di esprimere non solo solidarietà ma anche gratitudine per le studentesse e gli studenti che ovunque, nel mondo e in Italia, fino alla mia città, Palermo, hanno preso posizione, in maniera determinata e pacifica, sul massacro in corso in Palestina, opponendosi alla normalizzazione della guerra e della violenza.
Sento altresì il bisogno di dire quanto sia strumentale e falso accusare di antisemitismo questi ragazzi e queste ragazze, come chiunque in questi mesi si è esposto come poteva contro l’uccisione di 35.000 donne, uomini e bambini a Gaza da parte del governo israeliano.
Ho sentito, nei loro discorsi, parlare di sorelle e fratelli ebrei che sono vittime anch’essi di quello che sta accadendo in una spirale d’odio di cui il governo di Netanyahu è il primo responsabile, nella piena consapevolezza degli orrori subiti dal popolo ebraico e nel rifiuto assoluto di ogni forma di antisemitismo.
E per quanto tempo ancora servirà dire, ogni volta che si denunciano gli abusi subiti dal popolo palestinese negli ultimi 75 anni e il tentativo di distruggerlo definitivamente ora in corso, che questo non significa non condannare al contempo le violenze del 7 ottobre, ma dire semplicemente che quelle violenze non possono essere usate come pretesto per compiere da mesi uno sterminio che avviene sotto gli occhi del mondo?
Sono felice del modo in cui il Rettore dell’Università di Palermo ha ascoltato le richieste dei nostri studenti e delle nostre studentesse e delle parole di impegno che ha speso, come della sua promessa di tenere lontani i manganelli dai loro corpi.
Dentro le università dovremmo sempre rendere complesso il pensiero e spingere al giudizio critico e al coraggio di esprimere le proprie opinioni. E quando dei ragazzi e delle ragazze dimostrano di essere capaci di sentire l’ingiustizia e il dolore che si abbattono su un’altra parte di mondo come se accadessero a loro, dovremmo solo sentire speranza e fiducia, ringraziarli e chiederci come fare al meglio la nostra parte.
* Docente di Filosofia del Diritto
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