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Non sbagliano tutti allo stesso modo
di
Antonio Matteini
Il Papa fa stringere la mano e abbracciare un palestinese ed un israeliano, entrambi nella condizione tristissima e umanamente identica, di aver perso propri familiari l'uno durante uno dei tanti bombardamenti israeliani su Gaza e l'altro durante l'operazione Tempesta di Al Aqsa del 7 ottobre scorso.
Vero: un affetto perso è un dolore che non ha schieramenti, nazionalità, colore politico e credo religioso... è un qualcosa di tragico ma che mette in connessione empatica questi due uomini, come i tanti altri che in questi mesi hanno perso figli, genitori, fratelli e amici.
Ma se il dolore delle vittime è ugualmente meritevole di rispetto; la mano insanguinata che ha agito da una parte e dall'altra, non può essere altrettanto trattata in maniera uguale.
Uno Stato Genocida e la Resistenza di un Popolo oppresso e a cui lo Stato Genocida ha tolto TUTTO per decenni; non possono essere messi sullo stesso piano.
Chi ha ammazzato il fratello all'israeliano è stato un disgraziato che è nato e vissuto in un lager e che reclama la propria Libertà; chi ha ammazzato il fratello al palestinese è stato un militare addestrato ad usare droni e tecnologie avanzate col fine dichiarato di dispensare morte ad un Popolo intero.
Questa narrazione per cui tutti sbagliano allo stesso modo quando usano la violenza è distorta e di un perbenismo stucchevole e sterile che non serve a portare pace, ma ad allietare i cuori di un Occidente che guarda questo massacro senza agire.
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