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12 maggio 2024
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Omaggio a un discorso che non conosceremo mai
di Alessandro Ferretti

La miseria degli ignavi e dei complici svelata da un discorso che non conosceremo mai.

Un momento di commozione e di speranza in mezzo a tanta distruzione e ferocia viene dall’Università della California del Sud (USC).

Il mese scorso la penosa presidente dell’ateneo ha vietato ad Asna Tabassum, nominata migliore studente del campus, di tenere il tradizionale discorso alla cerimonia di consegna dei diplomi. Motivo addotto: un suo post su instagram che chiedeva libertà per la Palestina, che ha suscitato reazioni minacciose da parte di qualche studente che tifa genocidio. La presidente ha colto la palla al balzo e invece di stigmatizzare le reazioni e chiedere protezione per Asna ha avuto la faccia tosta di vietarle di tenere il discorso, “per la sua sicurezza”. Un caso di censura clamoroso e imbarazzante, che ha fatto molto discutere e al quale Asna ha risposto con una dichiarazione esemplare.

Ieri, durante la cerimonia di premiazione degli studenti abbiamo però avuto l’ennesima dimostrazione che usare la censura per silenziare chi protesta è l’equivalente di usare un cerotto per fermare una diga che crolla. Quando è arrivato il turno di Asna è esplosa un’ovazione da parte di tutti gli studenti presenti, ovazione che è raddoppiata quando lo speaker ha letto il titolo della specializzazione secondaria scelta da Asna: “Resistenza al genocidio”.

Dopo un minuto buono di applausi e grida di gioia Asna si risiede, ma i presenti nell’aula sentono di non aver fatto abbastanza: si alzano tutti in piedi e ricominciano ad applaudire gridando per un altro mezzo minuto buono. Lo splendido sorriso di Asna, raggiante e commossa di fronte a tanto travolgente affetto non deve però farci pensare che abbia accettato il torto da lei subito, anzi! Come forma di riparazione parziale le è stato proposto di pubblicare il testo del discorso che avrebbe voluto leggere alla cerimonia: un classico quanto ipocrita modo per attenuare le colpe di chi le aveva tolto la parola, per cercare di annacquare la portata della violenta censura inflittale mostrando che comunque, alla fine, la libertà di parola contina ad esistere.

Asna ne ha approfittato per mostrare al mondo che non è stata nominata migliore studente per caso risposto inviando il testo mostrato nell’immagine: un’introduzione generica seguita da ventisette righe nere e conclusa dai saluti. Il messaggio a chi l’ha censurata è di una chiarezza abbagliante: non puoi rabberciare ciò che è stato deliberatamente rotto con un gesto di riparazione tardivo e parziale. Non puoi sentire quello che Asna aveva da dire, perché non glielo hai lasciato dire per nessun’altra ragione se non per quello che Asna è: una donna che non ha paura di mettere in gioco quella che sarebbe stata con assoluta certezza una proficua carriera per affermare e difendere i fondamentali principi etici che trasformano un agglomerato bipede di cellule in una persona umana.

Si racconta che un tempo chiesero al matematico e astronomo arabo Al-Khawarizmi quanto valesse un essere umano, e che lui rispose: “Se la persona si comporta in modo etico, allora il suo valore è 1. Se in più è intelligente, aggiungete uno zero e il suo valore sarà 10. Se è ricca, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 100. Se, oltre tutto ciò è anche bella , aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 1000. Però se perde l’uno, che corrisponde all’Etica, perderà tutto il suo valore perché gli rimarranno solo gli zeri.”

Asna magari non diventerà ricca e dovrà accontentarsi di valere cento, ma il suo discorso che mai conosceremo sarà per sempre lì a svelare a tutti coloro che conservano la loro dignità di persone umane quanto siano misere, squallide e spregevoli le persone che di fronte a un genocidio hanno scelto di valere zero.

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