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Nel dubbio, mena!
di
Cristiano Bordin
"Ero già piena di sangue e mi hanno dato un'altra manganellata in testa": questo racconta Sara, che partecipava alla manifestazione caricata ieri a Roma.
La carica è stata velocissima e violenta come a Torino, a Pisa, a Bologna e in altre situazioni simili.
Mediaticamente il gioco è ormai scoperto: chi è aggredito viene fatto passare per aggressore, diventando un "violento" e un pericolo per le istituzioni. Per questo poi vengono gonfiati i danni per le forze dell'ordine: ieri si è parlato di 15 agenti feriti quando in realtà erano solo due di cui uno con un polso slogato.
Alla fine arriva la predica e la condanna generale, che è di solito bipartisan: "I ragazzi sbagliano", " I ragazzi non devono cadere in queste trappole".
Se per le censure televisive si grida al regime e alla deriva ungherese, il manganello tutto sommato può essere un utile strumento di educazione. Basta non esagerare.
L'ordine di servizio alle manifestazioni studentesche ricorda però uno slogan dell'estrema destra, "Nel dubbio, mena!"
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