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Democratici pro Netanyahu cercano di delegittimare proteste nei college
di
Paolo Mossetti
Una senatrice dei Democratici, Jeanne Shaheen, classe '47, cerca disperatamente di fare dire alla direttrice dell’Intelligence Nazionale (DNI), Avril Haines, che le proteste sul campus sono manipolate in modo subdolo da «simpatizzanti cinesi» e da TikTok.
Haines le risponde che informazioni che passano da lì sono vere, magari solo esasperate.
Uno spettacolo triste di èlite occidentali sempre più simili agli autocrati paranoici che dicono di voler combattere, incapaci di comprendere come le nuove generazioni non si fidino più dei vecchi intermediari e siano capaci di sviluppare un dissenso autonomo.
Tutto pur di non riformarsi.
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Il senatore John Fetterman, dei Democratici, populista di sinistra, sovranista, si impegna a «non sostenere mai alcun tipo di condizioni per [l'invio di armi a] Israele».
È la voce più eloquente pro-Netanyahu tra i Dem e ha ricevuto oltre 200.000 dollari di finanziamento dalla lobby dell'AIPAC.
Elogiato come «dalla parte giusta della storia» da alcuni segmenti filo-israeliani radicali da noi, ieri ha amplificato l'idea che gli studenti dei campus siano un complotto di Soros.
Come un Orban o un Trump qualsiasi, appunto.
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