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Indignarsi è un dovere
di
Giuseppe Salamone
Questo post lo dedico a quegli imbecilli che mi tempestano di messaggi e mail pensando di accusarmi quando mi dicono "ma parli sempre di Palestina?".
Sappiate che per me parlare di Palestina, dei civili e dei bambini massacrati è un onore e lo farò fino a che avrò fiato. Se potessi farei di più senza alcun dubbio, ma l'unica arma che oggi ho a disposizione è fare in modo che le persone sappiano e vedano quello che succede realmente.
Parlo spesso o sempre di Palestina semplicemente perché quando vedo determinate cose non riesco a voltarmi dall'altra parte. Una bambina che si chiama Jana Ayyad soffre di malnutrizione. Avrà la stessa età di mia figlia. Ditemi come potrei da genitore non incazzarmi davanti a tutto questo?
Ditemi da genitore come potrei non incazzarmi nel vedere che i giornali e i telegiornali non mostrano nulla di tutto ciò. Ditemi come potrei non incazzarmi nel vedere il governo del mio paese che si rende complice.
Ditemi, da genitore, come potrei scorrere a guardare altre immagini quando vedo tanta disumanità in una sola foto e cadere nella trappola dell'indifferenza che oggi è sinonimo di complicità.
Ecco, anziché chiedermi perché parlo di Palestina, chiedetevi voi come fate a non parlarne. Magari davanti a una foto del genere con accanto i vostri figli o nipoti.
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