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Naomi Klein alla protesta degli ebrei pro Gaza: sionismo falso idolo
di
Rossella Ahmad
Naomi Klein ha dato voce a tutti i pensieri sedimentati in decenni di immersione nella causa palestinese ed a quelli elaborati tra la notte e l'alba di ogni giorno di questi ultimi sei mesi di passione. Ed ha dato forma e parole alla commozione che suscita in noi la visione degli accampamenti studenteschi, sempre più numerosi e sempre più determinati. Nonostante la repressione e le minacce.
Nonostante le derisioni e il pugno di ferro dell'establishment che, lo sappiamo, rappresentano l'ultimo step che il potere utilizza prima della sconfitta.
"Sto pensando a Mosè ed alla sua rabbia nello scendere dalla montagna e nel trovare gli israeliti che adoravano il vitello d'oro. È una lezione sui falsi idoli, sulla tendenza umana a prostrarsi dinanzi al profano, a guardare al piccolo ed al materiale piuttosto che al grande ed al trascendente.
Ciò che voglio dirvi stasera, in questa rivoluzionaria e storica manifestazione, è che troppa della nostra gente sta adorando un falso idolo ancora una volta. Ne è schiacciata, ne è ubriacata, ne è profanata. E questo falso idolo si chiama sionismo. È un falso idolo che si serve delle nostre più profonde storie bibliche di giustizia ed emancipazione dalla schiavitù, la stessa storia della Pasqua e del Passaggio, e le trasforma nella più brutale arma di furto di terre coloniale, roadmap per la pulizia etnica ed il genocidio.
È un falso idolo che ha sequestrato l'idea trascendente della Terra Promessa, una metafora della liberazione umana che travalica le fedi e giunge in ogni angolo della terra, ed ha osato trasformarla in un atto di compravendita per uno stato militarista etnocratico.
La versione sionista della liberazione è essa stessa profana. Fin dall'inizio ha richiesto l'espulsione di massa dei palestinesi dalle case e terre ancestrali durante la Nakba".
Ed è tutto qui, in questo breve estratto, il senso degli avvenimenti. Un progetto giunto al capolinea che non vuole saperne di uscire dalla storia in maniera dignitosa, l'unica possibile, e preferisce correre a rotta di collo verso la dannazione perpetua. Il bagno di sangue inflitto a Gaza rappresenta, per chi sappia cogliere i segni - e l'incontro di qualche giorno fa tra i leaders di Hamas ed il presidente turco ad Istanbul è uno dei segni - null'altro che la vendetta suprema di un potere già fuori dalla storia per coprire un fallimento epocale strategico, bellico, politico e d'immagine.
L'Universo intero sembra cospirare perché questa uscita avvenga nella maniera più rapida possibile. Noi aspettiamo con fiducia che il ciclo termini. I palestinesi attendono da 75 anni e sono disposti ad attenderne altri 75. Il cosmo ha compreso.
E nessuna frase sintetizza in maniera più mirabile questo tempo quanto quella letta qualche tempo fa sulla pagina di Umberto: " Il folle crede di avere vinto una battaglia quando spadroneggia con parole rudi, ma solo il sapere come sopportare rende vittoriosi".
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