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24 aprile 2024
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USA: studenti e docenti in rivolta per Gaza
di Rossella Ahmad

La Columbia University sta incendiando la nostra immaginazione. E non solo quella. E non solo la Columbia.

Sono tante le università americane in fermento. Le più prestigiose lo sono già dal mese di gennaio, in un effetto domino a cui i senati accademici e la classe politica americana non riescono a mettere una pezza. L'accusa agli studenti è sempre la stessa: antisemitismo, e parte ovviamente dalle lobby sioniste che da oltre un secolo hanno dirottato il discorso pubblico nel paese.

La strumentalità delle accuse è resa palese da ciò che è accaduto a ben due presidi di due prestigiose università, costrette a dimettersi per non aver saputo o potuto reprimere le proteste studentesche nei loro atenei. Si scrive "antisemitismo", questa è l'accusa comminata ai due presidi, e si legge vendetta. Promemoria di ciò che accadrà a tutti i rettori che non useranno il pugno duro contro la protesta anti-genocida degli studenti americani.

Il metodo coercitivo è sempre lo stesso. All'improvviso esce fuori dal cappello a cilindro una notizia che lede l'immagine della persona che si vuole colpire e questa sparisce dalla vita pubblica, professionalmente e mediaticamente assassinata. Più di una volta ho detto che l'ingiustificabile silenzio -assenso della classe politica ed intellettuale occidentale di fronte ad uno dei genocidi più vigliacchi della storia mi fa pensare ad archivi del Mossad pieni zeppi di notizie ed immagini compromettenti con cui disinvoltamente costringere all'inazione e comprare il silenzio dei potenti.

La vicenda dei due presidi costretti a dimettersi è emblematica in tal senso. Liz Magyll, della University of Pennsylvania, è stata semplicemente accusata di antisemitismo e costretta alle dimissioni, mentre Claudine Gay, rettrice dell' università di Harvard ha subito la stessa sorte, con l'aggiunta della consueta e opportunistica accusa di plagio nel curriculum accademico. La preside della Columbia, l'avvocatessa egiziana Nemat Shafik, è avvisata. E, devo dire, ha prontamente colto l'amichevole suggerimento e si prepara alla repressione più intransigente.

Ma la Columbia continua ad ardere. Gli studenti ribaltano l'accusa di antisemitismo e rifiutano l'equazione Israele/mondo ebraico, vera pietra d'inciampo di ogni antisemitismo presente e futuro. Non per nulla è stata l'università in cui ha profuso il suo genio il più grande intellettuale palestinese del Novecento, Edward Said, professore di inglese e letteratura comparata dal 1963 al 2003.

Ed agli studenti in presidio permanente di solidarietà con Gaza proprio ieri si sono unite due figure che racchiudono il senso della lotta anticoloniale palestinese e del martirio di Gaza, Motaz Azaiza e Najla Said, figlia del compianto Edward. Virale il suo ultimo tweet: "Cari studenti della Columbia. Grazie per aver compreso la vostra missione al nostro fianco. Resistete con forza. Con amore, la famiglia del tizio che vi ha insegnato cosa fare. Avanti"

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