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22 aprile 2024
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Contro il genocidio ogni piccola cosa ha valore
di Rossella Ahmad

In Palestina un governo ed una popolazione di coloni stanno uccidendo e condannando a morte per fame la popolazione indigena ma non si può dire. Bocche cucite sullo sterminio. Chi osi parlare viene punito, represso, silenziato.

Eppure le università americane - la Columbia University ed Harvard, cioè il fiore all' occhiello del sistema educativo statunitense e quello che sforna la classe dirigenziale del futuro - sono in fermento. Dalla guerra in Vietnam non si vedeva una simile mobilitazione all' interno degli atenei americani, dicono tutti. La Palestina sta facendo il miracolo di risvegliare la coscienza politica di un paese in coma farmacologico da diversi decenni.

Parte dai giovani questo risveglio. Molto difficilmente su di essi - cresciuti nel mito dell'inclusione a tutti i costi, anche quando essa diventi parossistica e fastidiosa - potrà attecchire la solita storiella dell'anti-semitismo, evergreen per tutte le stagioni, utilizzata per silenziare qualsiasi nefandezza commessa dagli unti del signore in Palestina. E già hanno cominciato, la testa e la coda del serpente, ad utilizzare la parolina magica contro le mobilitazioni universitarie . Non so voi, ma a me sembra un sogno.

Questi focolai di resistenza che spuntano come funghi nel paese forse più conformista della Terra, sicuramente il più manipolato mediaticamente - non dimentichiamoci dell'AIPAC, la potente lobby sionista che decide la politica estera degli Stati uniti, in grado di creare e distruggere carriere politiche in patria ed altrove con un cenno - hanno del miracoloso. Mi inducono a credere che l'uscita dal tunnel sia appena cominciata e che non verrà fermata facilmente.

Aneliti di resistenza spirano da varie direzioni e, di volta in volta, assumono sembianze diverse. Innanzitutto quelle degli uomini e delle donne di Gaza. È il loro sacrificio ad aver acceso la scintilla, ad aver ispirato intere masse giovanili a confrontarsi con un potere che getta la maschera ogni giorno di più, rendendosi sempre più inviso, irricevibile, ipocritamente arroccato nella sua difesa dello status Quo, che oggi è rappresentato dal genocidio di una popolazione scalza, senza aiuti, senza cibo.

Dei milioni di giovani, come abbiamo visto. Delle organizzazioni femministe che neanche per un attimo hanno preso sul serio le accuse di stupro senza alcuna prova seria che sia inconfutabilmente esibita da agenzie qualificate e non politicamente motivate.

Dei gruppi LGBT+, tutti dalla parte della Palestina nonostante il tentativo malefico e subdolo di aizzarne l'odio in veste anti-islamica, non riflettendo sul semplice e basilare concetto dell'ubi Maior minor cessat, pertinenza dei normodotati. E cioè che quando vi sia un genocidio, la liberta sessuale passa in secondo piano.

Dei 28 lavoratori di Google che hanno affrontato la perdita del lavoro pur di ristabilire il diritto ad una corretta informazione contro le manipolazioni mediatiche e le censure. Delle migliaia di uomini e donne che ogni giorno, con un semplice gesto di condivisione, gettano i semi di una rinascita che coinvolgerà tutti.

Ogni piccola cosa ha valore, ogni parola di verità ha senso, ogni gesto di dissenso ne genera un altro più grande. A piccoli passi, senza fermarsi, senza mai tornare indietro, si procede verso l'uscita

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