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19 aprile 2024
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Giornalisti RAI: no a servizio pubblico megafono dei partiti
di Viola Fiore

Giornalisti RAI in agitazione dopo aver denunciato il nuovo regolamento sulla par condicio e la volontà dei partiti di trasformare il servizio pubblico nel loro megafono.

Usigrai ha contestato anche l’affermazione di Enrico Mentana nell’intervista pubblicata ieri da La Stampa: “Nessuna Usigrai si è mai lamentata del fatto che tre anni fa c’era un unico partito di opposizione”.

L'esecutivo del sindacato dei giornalisti RAI ha ricordato che infatti "all’indomani dell’elezione del Cda Rai guidato da Fuortes, uscì pubblicamente con una presa di posizione netta, rispetto al fatto che Fratelli d’Italia, allora unico partito di opposizione, fosse fuori consiglio di amministrazione. Il comunicato – rinvenibile sul sito della Fnsi – diceva testualmente: “I partiti di governo prendono tutto. Precedente grave, lottizzazione è compiuta. Questa volta c’è stato un ulteriore salto di qualità: si è dimostrato che questa legge consente ai partiti di governo di prendere tutto il banco, lasciando fuori dal Cda qualunque rappresentanza dei partiti di opposizione»."

L’Usigrai, che parla di "tentativi di politicizzare l’azione del sindacato dei giornalisti Rai... strumentali e demagogici", rivendica di non aver cambiato idea: "oggi come allora si batte e si è sempre battuta per liberare il Servizio Pubblico dal controllo dei partiti, tutti. E la prima cosa da fare è cambiare la legge Renzi che ha consegnato la Rai nelle mani dei governo di turno".

Il 17 aprile, l’Assemblea dei Comitati di Redazione RAI e dei fiduciari della Rai aveva proclamato a larghissima maggioranza lo stato di agitazione e un pacchetto di 5 giorni di sciopero contro "la volontà di trasformare il Servizio Pubblico nel megafono dei partiti" e gli accorpamenti di testate "calati dall’alto" oltre a "mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato".


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