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19aprile 2024
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Politica di razza
di Rinaldo Battaglia *

Il 19 aprile 1937 venne promulgato nell’Italia fascista il Regio Decreto Legislativo numero 880, poi convertito in legge il 30 dicembre 1937. Tale provvedimento, anticipato da un articolo del ministro coloniale Alessandro Lessona pubblicato sul quotidiano “La Stampa” e intitolato 'Politica di razza', venne denominato “Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale tra cittadini e sudditi” e rappresentò il primo strumento di difesa della razza, vietando il matrimonio tra italiani e persone appartenenti alle popolazioni autoctone dei territori oggetto di conquista coloniale.

Non solo. Come bene sappiamo il calcio in Italia è sempre stato alla base del principio 'panem et circenses' e ogni potere all'occasione ha sfruttato i vantaggi offerti dal 'dio pallone'. Mi ricordo il 'decreto salva-ladri' - con cui il governo Berlusconi tramite il ministro Alfredo Biondi, nel luglio 1994, aprì le porte ad oltre 2.750 detenuti di cui almeno 350 arrestati per Tangentopoli - firmato la sera in cui Roberto Baggio aveva fatto attirare tutte le attenzioni nazionali in una partita contro la Nigeria. Il giorno dopo si parlava solo del 'divin codino' e nessuno, o quasi, del decreto capestro appena promulgato.

Ebbene in quel 19 aprile 1937 anche il calcio venne sfruttato da Mussolini, quale veicolo per insegnare qualcosa. L'Italia calcistica era in festa: tre anni prima era diventata per la prima volta Campione del Mondo, un anno dopo si ripeterà e in quel preciso momento il calcio raccoglieva attenzioni, consensi ed onori in Patria. Il Duce sfruttò tutto quel vento favorevole e con quel decreto 880 vietò le partite di calcio tra italiani e 'razze inferiori'. Cos'era successo?

In Etiopia i nostri ragazzi, lì invitati a conquistare l'Impero a tempo perso, giocavano a calcio coi ragazzi di colore 'autoctoni'. E la cosa non poteva piacere, perchè la regola base del calcio sta nella dignità ossia 'pari diritti/doveri' tra le due squadre che giocano. Non poteva andare bene: i ragazzi del luogo erano razza inferiore, non a pari livello degli italiani. In quella giornata si ribadì la vigliaccheria del razzismo che - parole del Duce - era "base fondamentale del fascismo sin dal 1919".

E tutto passò liscio, tra la colpa del regime e il silenzio di tutti gli altri. Poi la strada proseguì e si arrivò alle leggi razziali del '38 e ai treni del Binario 21.

Anche il calcio quel giorno si sporcò di sangue.

19 aprile 2024 - 87 anni fa

* Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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