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17 aprile 2024
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Il nostro posto nel mondo
di Gabriele Germani

Tutte le analisi del sistema-mondo servono a capire il posto che anche noi, come comunità, occupiamo nel circuito economico mondiale. Non possiamo capire l'eterna lotta tra potenze di mare e potenze di terra e l'opposizione tra mondo anglosassone e mondo euroasiatico, senza questo schema generale.

L'Italia ricade a cavallo di due mondi, quello mediterraneo e quello europeo.

Non ci facciamo nazione con un'invasione barbarica unificatrice (vedi Croce) e rimaniamo per secoli eredi di un'idea universale antica (l'Impero e la Chiesa).

L'Europa asburgica (Italia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo) fu principale teatro del fascismo nella corsa alla modernità. Il fascismo fu un grande esperimento modernizzatore per rispondere alla sfida tra classi dirigenti.

Rispondeva allo spirito anarco-comunista popolare, ma anche alla lotta tra elite, teneva aperti i due fronti.

La sconfitta ha fatto dell'Italia un paese semi-coloniale, la borghesia locale è diventata compradora, ma in un circuito avanzato. Siamo un paese di alta fascia (G7), ma anche canarino nella miniera (ogni crisi ci vede come i primi a cadere).

La CEE (e poi l'UE) nascono come emanazioni NATO e delle politiche economiche USA; abbiamo applicato quella "zonizzazione" produttiva che per decenni abbiamo addossato al COMECON.

Questa analisi del sistema-mondo non può non vedere come abbandonare euro e UE sia la nostra priorità, recuperare la nostra dualità mediterranea e la costruzione di un primo nucleo federale e socialista (anche moderato, con mercato e proprietà privata) con Spagna e Portogallo che superi la soggezione a NATO e Regno Unito (dai tempi di Napoleone) e che ci proietti in Sud America e Nord Africa, portandoci da paesi declinanti a paesi emergenti, con un colpo di spugna.

* Risolvendo anche la questione coloniale interna: quella meridionale in Italia, basca o catalana in Spagna. Enormi sarebbero poi le prospettive di graduale estensione verso la sponda Sud e il Medio Oriente: calcolate estensione, abitanti e PIL degli Stati affacciati sul Mediterraneo (pur togliendo i più problematici: Israele e Francia) e pensateci.


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