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15 aprile 2024
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Vittime di camorra: Giuseppe Salvia
di Pino Maniaci

Era il 7 novembre 1980 e Raffaele Cutolo era appena rientrato in galera dopo aver partecipato a un'udienza del processo alla Nuova Camorra Organizzata. Nessun detenuto poteva sottrarsi alla perquisizione dopo essere stato in tribunale: lo prevedeva il regolamento, che doveva essere rispettato da tutti, indistintamente.

«Dottò, Cutolo non si vuole far perquisire. Cosa dobbiamo fare? Sa, noi abbiamo famiglia». Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, non se lo fece dire due volte. Uscì dal suo ufficio e, tra lo stupore generale, perquisì personalmente il boss, che per tutta risposta gli diede uno schiaffo. Ma se per il vicedirettore si trattava di ordinaria amministrazione - pur consapevole che quello non era un criminale qualunque - per il capo della Nuova Camorra Organizzata era un vero e proprio affronto. E la vendetta non si fece attendere.

Il 14 aprile 1981, Salvia stava tornando a casa, nel quartiere dell'Arenella, dove ad attenderlo c'erano sua moglie Giuseppina e i suoi due figli Antonio e Claudio, che all'epoca avevano cinque e tre anni. Aveva finito di lavorare con un'ora di anticipo rispetto al solito. Non sapeva che all'uscita del penitenziario, a bordo di una Giulietta blu, c'erano due killer mandati da Cutolo pronti a seguirlo per ucciderlo. Se ne accorse quando stava per imboccare lo svincolo dell'Arenella sulla tangenziale di Napoli: tentò di bloccare la Giulietta con una brusca retromarcia, poi fuggì per cercare riparo. Ma non servì a niente. Fu assassinato a bruciapelo con cinque colpi di pistola alla testa e al torace.

Aveva appena trentotto anni e a Poggioreale era conosciuto da tutti, apprezzato soprattutto dai detenuti per la sua straordinaria umanità e correttezza, come quella volta che si precipitò al carcere, a piedi, per aiutare i soccorritori dopo la violenta scossa di terremoto che il 23 novembre 1980 colpì i comuni dell'Irpinia e della Basilicata centro-settentrionale. Come segno di gratitudine e stima per il lavoro svolto da quell'uomo dello Stato, i detenuti inviarono sessantotto corone di fiori ai suoi funerali.

Oggi il carcere di Poggioreale porta il nome di Giuseppe Salvia.

Raffaele Cutolo è morto al 41bis il 17 febbraio 2021.

La camorra è una montagna di merda.


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