Ecuador: in tribunale il caso dell'ambasciata del Messico
di Armando Lo Giudice

La Corte Nazionale di Giustizia dell'Ecuador ha stabilito venerdì che il raid dell'ambasciata messicana e l'arresto dell'ex vicepresidente Jorge Glas sono "illegali e arbitrari". Tuttavia, la massima corte del paese ha affermato che l'ex politico, a cui è stato concesso asilo politico dal Messico, permettendogli di rifugiarsi nella sua ambasciata, rimarrà in prigione fino alla conclusione delle indagini penali sulle accuse di corruzione.

Sabato scorso la polizia ecuadoriana aveva fatto irruzione nell'ambasciata messicana utilizzando veicoli armati per arrestare Glas, in quella che è stata considerata una chiara violazione del diritto internazionale che protegge le strutture diplomatiche. È stato pubblicamente condannato da almeno 20 paesi e numerose organizzazioni internazionali, nonché dalle Nazioni Unite. Il presidente Daniel Noboa ha affermato di aver ordinato il raid, citando preoccupazioni di "sicurezza nazionale".

Nel frattempo, l'ex presidente ecuadoriano Rafael Correa e amico di Glas hanno rivelato mercoledì che Glas ha iniziato uno sciopero della fame dopo un tentativo di suicidio fallito. Gli avvocati di Glas perseguono la sua liberazione presentando un'istanza alla corte, chiedendo che la sua detenzione venga considerata illegale.

In seguito all’attacco all’ambasciata, il Messico ha interrotto i suoi rapporti con l’Ecuador. La sua decisione ha visto il sostegno dei principali paesi dell’America Latina, tra cui Brasile, Venezuela e Colombia. Inoltre, anche gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno condannato il raid all'ambasciata dell'Ecuador. Il Nicaragua ha successivamente annunciato che avrebbe interrotto le sue relazioni diplomatiche con Quito.

Il Messico ha avviato giovedì un procedimento legale contro l'Ecuador presso la Corte internazionale di giustizia, chiedendo che l'adesione dell'Ecuador alle Nazioni Unite venga sospesa a meno che non presenti scuse pubbliche per aver violato le norme internazionali.