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15 aprile 2024
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La guerra santa che chiamano autodifesa
di Alessandro Ferretti *

I sionisti israeliani e i loro amichetti benpensanti liberali occidentali cercano spesso di giustificare l'ingiustificabile massacro inferto a Gaza e Cisgiordania come autodifesa contro i fondamentalisti islamici, a detta loro indottrinati sin da piccoli all'odio ideologico contro Israele.

Eppure, basterebbe un minimo (ma proprio minimo) di umanità ed empatia per capire che il sentimento religioso in Palestina si rafforza senza alcun bisogno di indottrinamento perché per chi soffre la religione costituisce un rifugio, un modo per cercare di lenire dolori troppo grandi per essere affrontati con la logica e la ragione.

Chiunque abbia perso una persona cara lo sa: l'illusione che tale persona non sia sparita per sempre, ma sia presente (seppure in spirito) e continui ad assisterci e accompagnarci è una seduzione potente, tanto più potente quanto è grande il dolore inferociti dalla sua scomparsa. Se conoscete qualcuno cui manca quel minimo di umanità per capire questo sentimento umano, provate a mostrargli l'intervista a un bambino cui l'esercito israeliano ha sterminato l'intera famiglia: padre, madre, fratelli e sorelle.

Come può questo bambino umanamente tollerare il terrificante dolore di vedersi ammazzare spietatamente tutti i propri cari e non poterli mai più abbracciare? Credere nell'aldilà, in una vita oltre la vita nella quale un giorno saremo tutti riuniti, per alcune persone non è una scelta: è l'unica possibilità per non precipitare nel baratro della follia.

Aggiungo: questo bambino, alla fine dell'intervista, dice cosa vuole fare nella vita. Vuole studiare, per essere il più bravo alunno di tutta Gaza e diventare ingegnere come suo padre. Ebbene, l'esercito israeliano ha disintegrato deliberatamente tutte le università di Gaza nelle quali questo bambino avrebbe potuto realizzare il suo sogno.

Lo stato di Israele quindi non ha ucciso solo il passato e il presente di questo bambino, ma si è preoccupato di distruggere anche le sue (e di molti altri) speranze per il futuro: ed è proprio in questa annichilazione di ogni spazio di speranza del popolo palestinese che si vede, con estrema chiarezza, l'intento genocida del "civilissimo" Occidente.

* Coordinatore Commissione Pace dell'Osservatorio

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