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15 aprile 2024
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Vittorio Arrigoni: il trauma della sua uccisione
di Rossella Ahmad

La morte di Vittorio Arrigoni è uno dei traumi che ho avuto più problemi ad elaborare, ancora oggi non riesco a pensare a lui senza dover ricacciare indietro le lacrime. Ecco perché, cara Susi, ne parlo sempre con grande difficoltà.

Mi è venuto però in mente che forse molti non conoscono ancora Vittorio, cosa è stato Vittorio per la Palestina e per chi ama la Palestina, e cos'è ancora oggi Vittorio, a partire dalla frase con cui chiudeva i suoi collegamenti dalla striscia di Gaza, quel "restiamo umani" che oggi viene ripetuto un po' da tutti, magari anche da persone che sono fuori contesto quando parlano di umanità. Vittorio io lo seguivo tutte le sere, e lui aveva la capacità di farmi toccare con mano, come a tutti i suoi hermanos sparsi per il mondo, ciò che accadeva a Gaza.

Quando fu rapito e poi ucciso in una patetica false flag operation coordinata da Israele, l'emozione che seppe suscitare in tutto il mondo è pari solo alla grandezza del personaggio. Ah, dimenticavo: quasi tutto il mondo. A casa nostra, a casa di Vittorio, ci furono giornali che suggerirono: "Lasciatelo lì". Sono gli stessi media che ci informano ancora oggi, che sono diventati i fustigatori del pensiero unico e che sono pagati, anzi ben remunerati, per "indirizzare l'opinione pubblica", come candidamente confessò in TV una delle "giornaliste" che oggi vanno per la maggiore.

Che l'uccisione di Vittorio sia stata una false flag operation orchestrata da Israele per spegnere una voce scomoda è stato chiaro a tutti fin da subito. Nessuno, né amici, né familiari, né compagni sul campo, hanno mai nutrito il minimo dubbio in proposito. Sua madre, Egidia Beretta, sindaco di Bulciago, fu subito chiara nelle sue accuse e chiese che l'aereo con la salma di Vittorio non sorvolasse lo spazio aereo israeliano.

In Palestina, il ricordo di Vittorio è sacro ed indelebile, come quello di Rachel Corrie, di Tom Hurndall e di tutti coloro che sono andati in Palestina per difendere un diritto e sono morti sul campo, da palestinesi.

"Cari Hermanos,
il nostro adagio "RESTIAMO UMANI", diventa un libro. E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro,
scritto al meglio delle mie possibilità, in situazioni di assoluta precarietà,
spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito
piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate,
o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna
all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.

Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso,
sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco, taglienti di schegge d'esplosivo.

Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri
delle nostre urla di terrore,
e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori
che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.
Mettete quel volume al sicuro, vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante,
dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce
contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.

Per un domani poter restare umani.

Vostro, cuore mai domo, Vik”

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