Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
14 aprile 2024
tutti gli speciali

L'avvocato del demonio
di Rinaldo Battaglia *

Il 14 aprile del 1890, a Grünfier, un piccolo paese nei pressi di Filehne, nella provincia prussiana di Posen ai tempi del Kaiser, nasceva Friedrich Wilhelm Kritzinger. Ai più è un nome sconosciuto, invece andrebbe studiato per i suoi alti e i suoi bassi, per le sue forti convinzioni sul ruolo della legge, del diritto, ma dall’altra parte anche per le sue evidenti debolezze contro i poteri forti. Credeva nel ‘valore assoluto'’ della legge in quanto legge ma fu tra i primi che si arrese quando avrebbe dovuto esaltare quel valore.

Solo chiacchiere e distintivo, in altre parole. Solo chiacchiere e distintivo, come tanti, come spesso. C'è un film capolavoro del 2008 diretto da Stephen Daldry, tratto liberamente dal romanzo di Bernhard Schlink del 1995 “A voce alta - The Reader (Der Vorleser)” di cui ne recupera peraltro il titolo, una frase che mi ha sempre fatto ragionare. Sin da subito e maturando ancora di più. E’ il momento in cui durante una lezione di giurisprudenza all'Università di Heidelberg, nel 1966, il Professor Rohl, spiega agli allievi, tra i quali il protagonista Ralph Fiennes, la differenza tra il senso del 'legale' e della 'morale', tra il ‘lecito’ e il ‘giusto’ e senza mezzi termini dice: “Le società pensano di agire secondo una cosa chiamata morale, ma non è così”.

E il professore spiegò che nella Germania di Hitler il razzismo era legale, erano legali i lager, era legale la Shoah. E quelle leggi erano frutto degli interessi economici, della ricerca del potere, del potere inteso come motivo esclusivo di usarlo a proprio favore. Il discorso sottintendeva la necessità che in ogni struttura, in ogni Stato, si debba costantemente e assiduamente fare attenzione affinché nessuno acquisisca troppo potere perché poi la legge, la legalità, la democrazia ne risentiranno inevitabilmente. Parlava del nazismo di Hitler, sottintendeva il nostro fascismo, prevedeva gli inevitabili rigurgiti del post-nazismo e del post-fascismo. O di qualsiasi altro regime illiberale indipendentemente dai colori e dalle cromature. Nel film si era al 1966.

Ma molto di quella trama si riferiva a 25 anni prima almeno e forse in particolare al giorno di Wannsee, quando il 20 gennaio 1942 in Germania il ‘potere legale’ decise ‘legalmente’ la Soluzione Finale, trasformando due righe di un rapporto – peraltro reso vigliaccamente segreto fino al 1947 – nel più grande genocidio della Storia, da quando la Storia esiste.

Quel gelido giorno – e non per la temperatura esterna – a Wanssee vi era pure presente, tra i 13 uomini di Hitler scelti, uno ad uno, da Heydrich, anche l’avvocato Friedrich Wilhelm Kritzinger. Quel giorno in qualità di segretario di stato alla Cancelleria del Reich rappresentava la ‘parte legale’ dell’Ufficio del Fuhrer e quindi – sotto quel profilo - anche il Fuhrer. Kritzinger era nato 'uomo di legge' e se arrivò solo a 31 anni – nel 1921 – all’abilitazione forense, fu solo per l’aver prestato servizio nella Grande Guerra nell’esercito del Kaiser, raggiungendo il grado di tenente.

Si fece notare in breve per la sua rigidità morale e arrivò presto come assistente presso il Ministero della Giustizia, per passare poi nel 1925 al Ministero Prussiano del Commercio, ma esser richiamato in fretta, già un anno dopo, di nuovo al Ministero della Giustizia. Erano gli anni pallidi di Weimar ma non si fece ‘condizionare’ nel suo operare neanche negli anni successivi, quelli delle violenze naziste e dell’ascesa del Fuhrer.

Non era un militare e si iscrisse peraltro molto tardi – rispetto agli altri – al Partito Nazista, solo nel 1938, solo quando venne trasferito alla Cancelleria del Reich, come capo della divisione B e con l'incarico ufficiale di Segretario Permanente. Era arrivato per meriti professionali, ma per restarci ora doveva diventare anche ufficialmente ‘uno di loro’.

E a Wannsse venne richiesta la sua presenza fisica probabilmente perché, se fosse stato d’accordo, avrebbe dato un taglio ancora più prestigioso e legale alle decisioni che si sarebbero, in quella conferenza, prese e pubblicizzate. Avere anche la sua firma avrebbe dato un ulteriore colore di assoluta legalità a tutto il resto e messo a tacere – se ce ne fosse stato bisogno - i pensieri nascosti di chi capiva il peso criminale di quella scelta, ma non aveva la forza e la voce per dirlo. O, perchè no, anche un alibi a quei pochi che - mettendo in pratica quegli ordini - avessero caso mai avuto eventuali, rari scrupoli di coscienza. Altri più dotti avevano deciso, quindi erano legale e giusto tradurlo nei fatti. Ma alla fine a Wannsse, il risultato voluto da Himmler, tramite la figura di Heydrich, passò nella totale ed assoluta unanimità.

Più di qualche storico ha affermato che, in quella conferenza, l’avvocato Friedrich Wilhelm Kritzinger più volte contrastò le richieste di Heydrich e del suo braccio destro Eichmann, cercando di evidenziare i limiti giuridici della Soluzione Finale. Ma tutto finì lì’, quel giorno. Nulla di più, nulla di meno.

Tempo dopo, quando la Shoah proseguiva a ritmi impensabili e ad Auschwitz si gasavano dalle 12 alle 15.000 vite umane al giorno, nel pieno rispetto della legge in vigore nel Terzo Reich, Kritzinger tentò di dare le proprie dimissioni dalla Cancelleria del Fuhrer. Senza mai riuscirci. Sempre un ‘stop and go’. Sempre un passo in avanti e uno indietro. Si disse addirittura che a Berlino le sue dimissioni vennero rifiutate dall’alto perché in Cancelleria "senza di lui la situazione sarebbe stata peggiore". Niente di più, niente di meno.

Non se ne seppe più nulla. Ricomparve nella scena a guerra finita e solo nel 1946 venne arrestato dagli Alleati. Non era un militare, non era nel cerchio magico ufficiale del Fuhrer. A Norimberga pertanto venne chiamato solo come testimone. E fu in quell’assise che, forse, recuperò un po’ di dignità da uomo, sicuramente più carente rispetto alla sua professionalità di avvocato o di uomo di legge. Mentre altri esaltavano anche in quel Tribunale le doti e le virtù del nazismo, Kritzinger fu uno dei pochissimi che pubblicamente dichiarò in aula la sua personale vergogna, per le atrocità disumane commesse dal regime nazista.

Non ammise però che poteva far di più. Era stato debole anche in quel momento o, forse, conscio della sua debolezza da uomo più che da avvocato. Dopo Norimberga venne comunque rilasciato e da uomo libero morirà il 25 aprile 1947 a 57 anni.

Poteva far di più? Era l’avvocato del Demonio ma per codardia o per interessi non si è mai opposto al Demonio, pur capendone i suoi crimini. E così si salvò la vita. La sua. Quelle di 6 milioni di ebrei, giuridicamente, legalmente, in base ai codici di diritto non valevano nulla, invece. Solo chiacchiere e distintivo, in altre parole. Solo chiacchiere e distintivo, come tanti, come spesso. Prima e dopo.

14 aprile 2024 – 134 anni dopo la sua nascita * Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale