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11 aprile 2024
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Ambiente, Corte diritti umani: contrastare riscaldamento globale
di Fabio Alberti

La Corte Europea dei Diritti Umani, in una causa contro la Svizzera, ha dichiarato che la mancata implementazione delle politiche necessarie a contenere il riscaldamento globale costituisce una violazione dei diritti umani della popolazione.

Parafrasando la sentenza si può dire che anche per la Corte europea LA SALUTE VIENE PRIMA DEL PROFITTTO e che la sicurezza umana è più importante del cosiddetto sviluppo.

È probabilmente una sentenza che farà scuola, altre auspicabilmente seguiranno. Oltre 2000 cause sono già state presentate in tutto il pianeta da gruppi di persone che subiscono danni dal cambiamento climatico nei confronti di Stati non hanno adempiuto agli impegni presi a livello internazionale.

Tre quarti delle cause sono state intentate negli Stati Uniti, ma oltre 50 Stati sono stati chiamati in giudizio a livello globale. Una causa analoga presentata in Italia da A Sud è stata respinta da una giudice miope per un presunto difetto di giurisdizione, ma ora le ragioni dell'appello saranno più forti.

Il prossimo passo, c’è da sperare, saranno le cause di risarcimento contro gli stati occidentali da parte delle popolazioni del Sud Globale che soffrono per il riscaldamento globale pur non avendo contribuito a causarlo.

Le popolazioni soffrono per il cambiamento climatico dovuto ad un modello di sviluppo sconsiderato, alimentato dalla sete di profitto di poche multinazionali che prendono decisioni che incidono sulla vita di tutti sfuggendo a qualsiasi criterio democratico – il voto degli azionisti non può certo considerarsi tale - guidate da manager superpagati. Un meccanismo perverso: più aumenta l’inquinamento più aumentano i dividendi e gli stipendi dei manager.

La sentenza della Corte europea ha messo indirettamente in discussione questo meccanismo: gli Stati devono agire per impedire che queste imprese e questo modello di sviluppo continuino a mettere in pericolo la vita sulla terra.

Intanto LA TERRA HA SUPERATO per la prima volta per 12 mesi successivi l’aumento della temperatura di 1,5° C fissata a Parigi nel 2015 per cercare di fermare il riscaldamento globale. Per questo LA TIMIDA POLITICA EUROPEA di fuoriuscita dall’energia fossile DOVRA' ESSERE MOLTO PIU' INCISIVA, proteggendo i deboli e colpendo i profitti alimentati dall’inquinamento.


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